Piscine interrate e fuori terra, aspetti tecnici e burocratici

di Alessandro Mezzina

Piscine interrate e fuori terra, aspetti tecnici e burocratici

Guida alla realizzazione di piscine interrate e fuori terra: tecnologie e adempimenti chiave

Realizzare la piscina in giardino o sul terrazzo è il sogno di molte persone. Però è un sogno non solo costoso, ma anche molto complesso. Infatti, si tratta di un ambito che spazia su più fronti: da quello burocratico a quello tecnico. Nei prossimi paragrafi proveremo a fare una panoramica che attraversi trasversalmente tutti gli argomenti, partendo proprio dagli aspetti tecnici, che sono essenziali per qualificare correttamente gli adempimenti burocratici.

Gli elementi di una piscina

Potrebbe sembrare banale iniziare questo articolo parlando degli elementi di cui è composta una piscina, ma è importante elencarli per comprendere il funzionamento di questo sistema solo all’apparenza semplice. Possiamo distinguere tra gli elementi essenziali e quelli facoltativi. Nei primi troviamo:

  • la struttura (cioè la vasca);
  • il rivestimento;
  • il sistema di filtraggio;
  • lo scarico.

Tra gli elementi facoltativi troviamo:

  • l’illuminazione;
  • il riscaldamento;
  • l’idromassaggio;
  • la copertura;
  • le decorazioni (spiaggetta, rocce, scivoli, etc.). 

A ciò bisogna aggiungere i sistemi di pulizia e trattamento dell’acqua: infatti, il filtraggio non è sufficiente e batteri e alghe possono proliferare se l’acqua non viene correttamente trattata. Il metodo basilare con cui viene disinfettata l’acqua, che chiunque abbia frequentato una piscina pubblica conosce bene, è il cloro.

Però nelle piscine moderne vengono utilizzati anche metodi differenti come il magnesio o l’elettrolisi al sale. Oltre a ciò, un alleato per la pulizia della piscina sono i cosiddetti robottini (pulitori automatici): dei piccoli mezzi automatici che puliscono fondo, pareti e superficie della piscina. L’alternativa è usare una spazzola e armarsi di pazienza.

Fatta questa panoramica preliminare, cominciamo ad approfondire i principali aspetti legati alle piscine domestiche.

Piscina interrata o fuori terra?

Le piscine si possono suddividere in due macrocategorie: quelle interrate e quelle fuori terra. La distinzione è abbastanza chiara e scegliere tra un tipo e l’altra comporta notevoli differenze di tecnologie, costi e burocrazia. Come indicazione generale, le piscine interrate sono più costose e richiedono sempre una pratica edilizia per essere realizzate, mentre le piscine fuori terra, invece, sono più economiche e non richiedono quasi mai particolari adempimenti burocratici.

Piscine interrate

Piscina interrata

Per realizzare una piscina interrata naturalmente è necessario effettuare uno scavo. Dal punto di vista tecnico, quando si realizza una piscina interrata, ci sono alcuni aspetti da valutare:

  • il terreno deve avere sufficiente capacità portante per non cedere sotto il carico della piscina piena d’acqua;
  • bisogna verificare se ci possono essere contro-spinte dovute a eventuale acqua di falda presente nel sottosuolo e capire quanto può incidere (aspetto molto importante soprattutto per una particolare tipologia di piscine interrate);
  • bisogna capire quanto è stabile il terreno, poiché la vasca subirà una spinta laterale dal terreno e dovrà essere dimensionata in base a questo parametro.

Quando si realizza una piscina interrata, questi sono aspetti fondamentali che vanno sempre considerati per garantire sia la sua durata sia la sua sicurezza. Realizzare uno studio geologico dei terreni su cui verrà posizionata la piscina è quindi importante, in modo da scegliere il modello più idoneo. 

Tipologie di piscine interrate

Vediamo quali sono le principali tecnologie con cui vengono realizzate le piscine interrate:

  • gettate in opera;
  • in pannelli di acciaio;
  • in lamiera di acciaio;
  • in blocchi di polistirene;
  • in vetroresina.

Ognuna di queste presenta delle specifiche caratteristiche, dei pro e dei contro. 

Piscine gettate in opera

Tipologia di piscine interrate: le piscine gettate in opera

Le piscine gettate in opera sono quelle classiche e fino a poco tempo fa le più diffuse: vengono realizzate costruendo una vasca in calcestruzzo armato. Questa tipologia di realizzazione consente una varietà di forma pressoché infinita, garantisce di poter essere realizzata in praticamente tutte le condizioni di terreno e, inoltre, vi si possono applicare tutti i rivestimenti maggiormente diffusi: ceramica, pietra, teli in pvc o similari.

I contro di questa soluzione sono i costi elevati di realizzazione e lo scarso isolamento. Quest’ultimo aspetto può sembrare secondario, ma bisogna considerare che il terreno al di sotto di circa 50 cm di spessore ha una temperatura costante che si aggira attorno ai 15°C, contribuendo in modo significativo a raffreddare l’acqua, anche nella stagione estiva.

Piscine in pannelli di acciaio

Tipologia di piscine interrate: le piscine gettate in pannelli di acciaio

Le piscine in pannelli di acciaio sono ormai le più diffuse tra quelle interrate, infatti, consentono una parziale prefabbricazione che accelera notevolmente i tempi di realizzazione e abbatte i costi rispetto a una piscina gettata in opera.

Una delle pecche di questa tipologia di piscine è che il rivestimento può essere realizzato solo in teli di pvc, quindi niente ceramica, pietra o similari.

I pannelli di acciaio costituiscono la parte verticale della vasca. Questi, però, devono essere montati su una soletta in calcestruzzo realizzata precedentemente. I pannelli vengono fissati a questa soletta tramite dei cavalletti metallici che danno robustezza a tutta la struttura. Le fasi realizzative sono comunque abbastanza semplici:

  1. scavo;
  2. realizzazione della soletta (più grande di circa 1 m rispetto alla vasca);
  3. installazione dei pannelli di acciaio;
  4. installazione dei sistemi di filtraggio e ricircolo;
  5. riempimento dello scavo con materiale drenante (ghiaia);
  6. posa del rivestimento.

Piscine in lamiera di acciaio

Anche in questo caso parliamo di piscine metalliche la cui tecnologia costruttiva è simile a quella delle piscine in pannelli di acciaio. Quindi, per prima cosa deve essere realizzata una soletta in calcestruzzo su cui installare la lamiera di acciaio. Però, in questo caso, l’acciaio non è rappresentato da pannelli sorretti da cavalletti, ma è un nastro continuo che viene srotolato.

Poiché la lamiera non ha sufficiente rigidezza per mantenere la forma sotto la spinta laterale del terreno, deve sempre essere realizzato un muro di contenimento in elementi leggeri (solitamente forati di argilla o lapillo) a protezione della struttura. Tutte le altre fasi di realizzazione sono similari a quelle delle piscine in pannelli di acciaio. Anche in questo caso il rivestimento può essere solo in teli di pvc.

Piscina in blocchi di polistirene

Tipologia di piscine interrate: le piscine gettate in blocchi di polistirene
https://www.swimmingpool.eu/en/products/26149-in-ground-pool-kits

Questa tipologia di piscina può essere assimilata a quella gettata in opera, sebbene con alcune limitazioni in merito alle forme e alcuni vantaggi in merito all’isolamento. Si tratta di una tecnologia utilizzata, con le dovute differenze, anche per realizzare edifici. Quindi è testata, sicura ed efficace. Una volta realizzata la soletta di base, la vasca viene costruita attraverso dei blocchi cavi di polistirene – un materiale di cui abbiamo parlato anche nell’articolo sull’isolamento – al cui interno vengono inserite delle barre di ferro e viene fatto un getto di calcestruzzo.

Questa tipologia costruttiva ha un duplice vantaggio: garantisce la solidità di una piscina in calcestruzzo armato e l’isolamento del polistirene. Inoltre, è abbastanza rapida da realizzare e ha costi più contenuti. Infine, sebbene sia preferibile realizzare rivestimenti in pvc, con i dovuti accorgimenti è possibile installare qualsiasi tipo di rivestimento.

Piscina in vetroresina

Tipologia di piscine interrate: le piscine gettate in vetroresina

Spendiamo, infine, qualche parola sulle piscine in vetroresina. Non sono particolarmente diffuse perché presentano significativi problemi di trasporto, poiché, queste piscine arrivano in cantiere già preformate, in uno o due pezzi. Questo significa che, a meno che non si tratti di piscine di piccole dimensioni, il trasporto può essere problematico a causa di eventuali ostacoli lungo il percorso e va sempre valutato attentamente.

Detto ciò, questa tipologia di piscine ha l’indubbio vantaggio di essere di rapida installazione e di non richiedere alcuna opera di finitura interna dopo il montaggio. Infatti, sono prodotte direttamente con la finitura. Di contro, questo tipo di piscine sono soggette a un maggior degrado, in particolare dello strato di finitura, che può portare a infiltrazioni all’interno della struttura, su cui bisogna intervenire immediatamente. Questa caratteristica porta tale tipologia di piscine ad avere una durata inferiore rispetto alle altre.

Per la posa in opera è importante creare un piano di appoggio non solo stabile ma anche perfettamente planare proprio perché la piscina arriva già preformata e non si possono apportare correzioni. Inoltre, essendo la vetroresina un materiale non particolarmente robusto, è necessario proteggere la vasca con un muro di contenimento che può essere in blocchi (come abbiamo visto per le piscine in lamiera di acciaio) oppure in calcestruzzo armato.  

Altra problematica, legata a questa tipologia di piscine, è la presenza di acqua di falda nel terreno che, causando una controspinta, potrebbe addirittura sollevarle a causa della loro rigidezza e leggerezza. Questo potrebbe accadere in particolare se la piscina viene posata senza realizzare una platea in calcestruzzo armato ma solo uno strato di ghiaia.

Sistema di filtraggio

Il sistema di filtraggio delle piscine interrate è un aspetto importante, sia dal punto di vista tecnico sia da quello estetico. Il sistema di filtraggio in sostanza prevede di prelevare in modo costante acqua dalla piscina, spingerla attraverso dei filtri e reimmetterla nella vasca. In teoria, si dovrebbe garantire il filtraggio completo dell’acqua una volta al giorno. 

Tale sistema è composto da:

  • una pompa di potenza adeguata;
  • dei filtri;
  • le tubazioni;
  • il sistema di ricircolo.

Il funzionamento dei filtri è abbastanza semplice: sono dei contenitori al cui interno sono presenti materiali inerti attraverso cui viene fatta passare l’acqua. Durante questo passaggio, l’acqua deposita le impurità ed esce pulita. I principali materiali utilizzati per i filtri sono: sabbia (quello più diffuso), zeolite, vetro filtrante e fibre di poliestere. In alternativa, si possono utilizzare sistemi con cartucce filtranti, simili a quelle degli aspirapolvere.

Naturalmente, i filtri col tempo si riempiono di detriti e perdono la loro capacità di depurazione, pertanto richiedono una manutenzione regolare. Spostando l’attenzione sul sistema di ricircolo, si possono segnalare due tipologie: a skimmer o a sfioro, la cui differenza è basata su come l’acqua viene estratta dalla piscina.

Ricircolo a skimmer

Il ricircolo a skimmer nelle piscine interrate

Nei sistemi di filtraggio a skimmer ci sono dei bocchettoni lungo tutto il perimetro della piscina, posizionati a circa una decina di centimetri dal bordo. L’acqua arriva più o meno a metà altezza degli skimmer, riempiendoli parzialmente e quindi rimanendo più bassa rispetto al bordo piscina.

L’acqua della piscina viene captata dagli skimmer, convogliata verso il sistema di filtrazione attraverso le tubazioni e reimmessa in vasca a una quota più bassa dopo essere stata depurata. Si tratta del sistema più economico e comune. L’unica accortezza è quella di pulire regolarmente la cosiddetta linea di galleggiamento, cioè la linea a cui l’acqua è a contatto con le pareti della piscina.

Ricircolo a sfioro

Ricircolo a sfioro nelle piscine interrate

Nelle piscine a sfioro l’acqua arriva fino al bordo della vasca, per tracimare e cadere all’interno di un canale che si trova tutto intorno alla vasca. Da questo canale l’acqua viene convogliata a una seconda vasca di compenso, da cui viene prelevata, filtrata e reimmessa nella piscina. Sicuramente le piscine a sfioro sono esteticamente più belle, però hanno bisogno di maggiore spazio per gli elementi aggiuntivi (canale perimetrale e vasca di compenso) e costano generalmente di più. In compenso tale sistema di filtraggio garantisce una maggiore pulizia dell’acqua.

Rivestimento per piscine interrate

Il rivestimento delle piscine è un argomento vasto, a cui dovrebbe essere dedicato un intero articolo, ma che cercheremo di sintetizzare qui in poche righe. Infatti, si possono utilizzare molte tipologie di materiali differenti e a loro volta ogni materiale può avere infinite varianti. A ciò dobbiamo aggiungere che, a seconda del tipo di struttura scelta, possono o meno essere applicati determinati tipi di rivestimento.

Iniziamo con l’elencare quali sono i rivestimenti più diffusi:

  • teli in PVC;
  • ceramiche (gres porcellanato/piastrelle/mosaico);
  • pietra.

Il primo aspetto da evidenziare è che le vasche prefabbricate con pannelli o lamiera di acciaio, sono adatte solo a rivestimenti in teli di pvc, perché le altre tipologie sono troppo pesanti per le pareti. Al massimo è possibile valutare di rivestire il fondo con ceramica o pietra, ma le pareti devono sempre essere rivestite in pvc.

Questo però non deve scoraggiare perché i teli utilizzati al giorno d’oggi possono prevedere finiture gradevoli che imitano anche la roccia o la pietra (naturalmente con le dovute differenze con i materiali reali). Come già detto le piscine in vetroresina non necessitano di alcun tipo di sistema di rivestimento.

Approfondiamoli brevemente.

Rivestimento in PVC

Piscina interrata con rivestimento in PVC

Il pvc è adatto a tutte le tipologie di piscine e solitamente viene saldato alla vasca della piscina (vi è anche la versione “a sacco” che viene preaccoppiata con le vasche prefabbricate). Oltre a essere il materiale più economico, presenta un’elevata resistenza ai microorganismi, che lo rende adatto anche alle piscine pubbliche e/o di grandi dimensioni.

Rispetto ai primi rivestimenti in pvc, che prevedevano solo pochi colori e finiture, ora è disponibile una vasta quantità di colorazioni e decori, come imitazioni della pietra naturale o di piastrelle.

Rivestimento in Ceramica

Piscina interrata con rivestimento in ceramica

Quando parliamo di rivestimenti in ceramica c’è un’infinita varietà di scelta. È stato a lungo lo standard per il rivestimento delle piscine perché è un materiale igienico che garantisce la necessaria impermeabilità alla vasca.

Di sicuro è più costoso rispetto al pvc in quanto la sua posa richiede molto più tempo, determinata anche dalla dimensione della piastrella scelta, ed è necessario preparare la vasca con un preliminare strato di impermeabilizzazione. Come dicevamo poco fa non è adatto alle piscine prefabbricate.

Rivestimento in pietra

Piscina interrata con rivestimento in pietra

La pietra sta ottenendo una buona diffusione negli ultimi anni, soprattutto per le sue superiori qualità estetiche. Il costo è notevolmente superiore rispetto agli altri materiali che abbiamo visto finora, c’è però da dire che non tutte le pietre possono essere utilizzate per questo scopo.

Infatti, materiali eccessivamente porosi possono diventare scivolosi e pertanto non sono adatti. In questi casi, si può ovviare con dei trattamenti specifici da effettuare prima della posa, ma sarebbe meglio scegliere preventivamente pietre adatte.

Altri rivestimenti

Piscina interrata moderna

Racchiudiamo in questo paragrafo altre tipologie di rivestimento che stanno cominciando a diffondersi. Si tratta di rivestimenti in malte cementizie e resine, con le quali è possibile realizzare finiture molto varie ed eventualmente abbinarle ad altri materiali, come i ciottoli, per ottenere degli effetti naturali (tipo spiaggetta ad esempio). Questa tipologia di rivestimenti viene realizzata in opera e richiede tempi lunghi di posa perché devono essere fatti in più passaggi. Inoltre, hanno costi relativamente elevati.

Piscine fuori terra

Le piscine fuori terra sono relativamente più semplici da realizzare rispetto a quelle interrate, anche dal punto di vista burocratico come vedremo a breve. In commercio, è possibile trovare tre tipologie di piscine fuori terra:

  • autoportante;
  • frame;
  • rigida.

Le prime due sono totalmente amovibili, mentre l’ultima è fissa.  Prima di procedere, è importante sottolineare che quando si monta una piscina fuori terra è indispensabile scegliere un terreno piano e sufficientemente compatto e stabile. A seconda dei modelli, non è sempre necessario realizzare una platea di appoggio ma è una soluzione consigliata.

Piscine autoportanti

Piscine fuori terra: le piscine autoportanti

Le piscine autoportanti sono realizzate in pvc e sono caratterizzate da un anello superiore gonfiabile che garantisce stabilità e rigidezza alla struttura. A seconda della dimensione, possono essere o meno rette da dei cavalletti metallici. Sono le più semplici e rapide da installare, però devono obbligatoriamente essere smontate a fine stagione perché temono il freddo. Questa tipologia di piscine è anche la più economica in commercio. 

Un aspetto a cui bisogna prestare attenzione è il trattamento dell’acqua: infatti, non viene previsto un sistema di filtrazione come quelli che abbiamo visto per le piscine interrate. In realtà, è possibile prevedere come optional gli skimmer a gancio, da appendere al bordo della piscina. In ogni caso, è sempre importante prevedere l’utilizzo di kit di pulizia manuale o un robot idraulico con filtro a sabbia o a cartuccia.

Piscine frame

Piscine fuori terra: le piscine frame

Le piscine frame sono anch’esse realizzate in pvc, ma differiscono dalle precedenti perché sono sostenute da un telaio in tubolari metallici a cui è agganciato il telo della vasca. Sono più stabili delle piscine autoportanti, ma anche queste devono essere smontate a fine stagione, perché temono il freddo.

In realtà, esistono appositi teli protettivi per piscine frame che consentirebbero di lasciarle montate anche durante la stagione invernale, ma si tratta generalmente di una soluzione sconsigliata per climi mediamente rigidi. Per quanto riguarda la filtrazione valgono le stesse cose dette in merito alle piscine autoportanti.

Piscina rigida

Piscine fuori terra: le piscine rigide

Le piscine fuori terra rigide sono quanto di più simile a una piscina interrata esista: infatti, sono strutture solide che non devono essere smontate durante la stagione invernale. Ve ne sono vari tipi, ma le più diffuse sono realizzate in:

  • lamiera di acciaio;
  • legno;
  • rivestite in legno.

Per tutte l’interno della vasca è rivestito in pvc e la differenza sostanziale riguarda la struttura. Le piscine fuori terra in lamiera di acciaio sono come quelle che abbiamo già visto nel paragrafo dedicato alle piscine interrate. Possono essere autoportanti oppure avere dei cavalletti di supporto laterali. Per questo tipo di piscine è sempre necessario realizzare una soletta di base. Le piscine fuori terra in legno vengono realizzate con doghe trattate in autoclave per poter resistere alle intemperie e all’attacco di parassiti. La maggior parte dei modelli richiede una platea in cemento per essere installata, ma ce ne sono alcune che possono essere installate direttamente sul terreno.

Infine, le piscine rivestite in legno sono realizzate con pannelli di acciaio oppure in pvc rigido. Il rivestimento, generalmente, è in legno ma può essere anche in altri materiali. È obbligatoria la realizzazione di una platea di appoggio.

Piscina e burocrazia: quando è necessario ottenere dei permessi

Realizzare una piscina fissa all’interno di un giardino o su un terrazzo è una modifica permanente dello stato dei luoghi. Non è detto che tale trasformazione sia sempre possibile ed è necessario verificare le specifiche previsioni del piano regolatore comunale per l’area in cui si prevede di fare i lavori. Solitamente non ci sono particolari limitazioni, ma potrebbero subentrare vincoli di dettaglio che vietano la realizzazione di opere di qualsiasi genere (tra cui anche le piscine): vi sono ad esempio una lunga serie di vincoli di rispetto stradale/ferroviario/cimiteriale, oppure aree classificate come franose, in cui non è possibile realizzare nulla. Qualora gli strumenti urbanistici non pongano divieti alla realizzazione di piscine, è comunque necessario ottenere l’autorizzazione da parte del Comune. 

Questo vale come regola generale, anche se in realtà non è sempre così. Infatti, se per le piscine interrate è sempre necessario ottenere le autorizzazioni, per le piscine fuori terra solitamente non lo è. Invece, potrebbe essere necessario ottenere autorizzazioni specifiche legate a vincoli particolari presenti sull’area, come il vincolo paesaggistico, idrogeologico, etc.

Possiamo quindi distinguere tra due tipologie di autorizzazioni necessarie: quelle “ordinarie” e quelle “speciali”. Nei prossimi paragrafi approfondiremo sinteticamente queste questioni, però deve essere chiaro al lettore che è sempre necessario affidarsi a un tecnico qualificato e abilitato, oltre che per ottenere una progettazione efficace, per individuare tutti i paletti burocratici e i relativi adempimenti. Questo anche nel caso in cui ci si affidi a venditori di sistemi prefabbricati.

Permesso di costruire o SCIA

Nella Guida alle pratiche edilizie per ristrutturare casa di alcuni mesi fa, abbiamo fatto una panoramica su come funziona il sistema autorizzativo edilizio in Italia. Valgono gli stessi principi per l’autorizzazione delle piscine.

Rimandando a quell’articolo per approfondimenti, qui basti dire che, come principio generale, bisogna prima classificare le opere da eseguire per associarle al corretto procedimento edilizio. Nel nostro caso, la realizzazione di una piscina interrata è una stabile trasformazione del territorio, operazione per la quale solitamente è necessario ottenere un Permesso di costruire. L’ordinamento legislativo italiano consente anche di presentare una Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) alternativa al Permesso di costruire, al fine di abbreviare i tempi. Si tratta in ogni caso di due procedimenti autorizzativi. Il primo si deve concludere con una formale autorizzazione da parte dell’amministrazione Comunale, il secondo si conclude con un silenzio-assenso. 

C’è da dire però che le piscine rientrano in un campo non particolarmente normato e in cui viene lasciata un po’ di discrezionalità alle amministrazioni comunali: pertanto quando si decide di realizzare una piscina interrata è sempre opportuno verificare se il piano regolatore comunale prevede altre procedure rispetto a quelle qui elencate. L’alternativa più probabile potrebbe essere la SCIA ordinaria, sarebbe invece da escludere la possibilità di realizzare piscine con la CILA in quanto procedimento edilizio non compatibile con la tipologia di opere da realizzare (strutturali). 

Autorizzazioni strutturali: il genio civile

Quando realizziamo una piscina interrata stiamo facendo un’opera strutturale, sia che si tratti di una piscina gettata in opera, sia che si tratti di una piscina prefabbricata. Come linea di principio tutte le opere strutturali necessitano di un deposito dei calcoli al genio civile e il rilascio di specifica autorizzazione. 

Senza entrare nel merito delle ultime modifiche normative e delle specificità delle varie Regioni, dopo aver scelto la tipologia di piscina che si intende realizzare, va verificato, presso l’ufficio del Genio Civile, se sia effettivamente necessaria questa autorizzazione, se sia possibile seguire l’iter semplificato o se sia necessario seguire l’iter ordinario. 

Altre autorizzazioni

Per concludere spendiamo alcune parole sulle altre autorizzazioni che potrebbero rendersi necessarie quando si decide di realizzare una piscina. La più conosciuta e citata nei portali dedicati alle piscine è sicuramente l’autorizzazione paesaggistica, necessaria quando sul terreno in cui si vuole realizzare la piscina grava un vincolo paesaggistico ai sensi del d.lgs. 42/2004, il codice dei beni culturali. 

Sebbene sia sicuramente quello più diffuso sul territorio italiano, non dobbiamo scordarci di tutti gli altri vincoli presenti e che possono richiedere specifici procedimenti. A partire dai vincoli di natura idrogeologica, per continuare con le aree classificate pericolose per frana e alluvione e per continuare con altri vincoli legati ad aree naturali e a parco.

Una volta individuata la loro presenza, è necessario delineare i corretti procedimenti autorizzativi, che possono variare di molto l’uno rispetto all’altro, e gli enti interessati.  

Inoltre, è importante prestare attenzione a un aspetto: tali vincoli specifici sono validi a prescindere dalla necessità di ottenere un’autorizzazione comunale per realizzare la piscina (il Permesso di costruire o la SCIA di cui parlavamo poco fa). Per intenderci: se il piano regolatore del Comune dice che per una piscina fissa fuori terra non occorre alcuna pratica edilizia (cosa spesso vera), ma sull’area è presente un vincolo paesaggistico, è comunque indispensabile ottenere l’autorizzazione paesaggistica. 

Alessandro Mezzina

Architetto e autore di www.ristrutturazionepratica.it

© Riproduzione riservata.

Partner

I più letti