Su più livelli. Tre idee per sviluppare una casa in altezza

di Elena Fassio

Su più livelli. Tre idee per sviluppare una casa in altezza
Foto di Francis Dzikowski/Otto

Le abitazioni storiche sviluppate in altezza hanno grande fascino e, rispettando il contesto circostante e con una distribuzione funzionale degli spazi, anche grande comodità

Anche se oggi i criteri urbanistici e abitativi sono cambiati – portando a prediligere lo sviluppo in pianta – in passato le abitazioni erano spesso concepite su più livelli. Che siano inserite in un contesto cittadino storico o in un borgo rurale, le case che si sviluppano in altezza hanno carattere e fascino. Se si vuole ristrutturare una casa antica multilivello mantenendone l’involucro, e coniugarlo con gli standard di comfort moderni, però, bisogna ripensare gli spazi con strategie salvaspazio e funzionali alla vita nell’abitazione.

La facciata. Il grande punto di forza delle case su tre livelli è la facciata che si apre verso l’esterno, che sia una strada cittadina o un paesaggio montano. È consigliabile, perciò, mantenere la facciata libera, spostando la scala verso il fondo o comunque dove non ci sono aperture. «Spesso le case antiche prendono aria e luce soltanto da un lato, quindi la facciata va sfruttata al meglio», spiega l’architetto Rocco Borromini. «Nelle case alte e strette, normalmente, le strutture portanti sono ai lati, quindi diventa facile svuotare visivamente il centro e alleggerirlo il più possibile, sfruttando anche le trasparenze del vetro e i profili sottili negli infissi e nelle solette superiori».

Gestire gli spazi. La disposizione degli ambienti all’interno dell’edificio – zona giorno al piano terra e zona notte ai piani superiori – non è affatto obbligatoria a livello strutturale, ma spesso rimane la più funzionale. «Se la casa dispone di un giardino o di un altro spazio esterno, progettare la zona giorno al piano terra permette di dare continuità fra interno ed esterno e di legare la vita all’interno dell’abitazione alla vista sull’esterno», continua l’esperto. «Allo stesso modo, la zona notte, dall’alto del terzo piano potrà godere di una vista impareggiabile. Non è tuttavia un obbligo, dipende tutto dalle esigenze e dai gusti del cliente, che magari preferisce un soggiorno panoramico»

Inserirsi nel contesto. Per quanto modernizzata, aperta verso l’alto e verso l’esterno, bisogna sempre ricordare che la ristrutturazione di una casa antica deve essere coerente con il contesto circostante. «La cosa migliore è utilizzare gli stessi materiali degli edifici circostanti, quando non addirittura materiali di recupero che vengono dalla medesima zona, come il legno o la pietra», conclude Borromini. «Se si vuole dare un tocco moderno si può optare per vetro e metallo, che non stonano in contesti tradizionali ma danno un sapore industriale».

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Foto di Francis Dzikowski/Otto

Stile anglo-italiano a New York

dello studio BAAO Architects

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Foto di Marcello Mariana

Da rudere a villetta sulle Alpi

di Architetto Rocco Borromini

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Foto di Imagen Subliminal

Panorama sul Mar Cantabrico

dello studio GarciaGerman Arquitectos

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Articolo pubblicato su 100 Idee per Ristrutturare ottobre 2021

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