Risparmio idrico domestico: soluzioni e tecnologie per una casa verde e sostenibile

di Alessandro Mezzina

risparmio idrico domestico

Attuare azioni efficaci di risparmio idrico, anche dentro le mura domestiche, è essenziale per affrontare la crescente scarsità di acqua legata ai cambiamenti climatici e agli sprechi. Con soluzioni semplici (ed economiche) e tecnologie efficienti è possibile ridurre consumi, emissioni e abbattere le bollette, facendo al contempo il proprio dovere per garantire acqua pulita anche alle prossime generazioni. In questo articolo vedremo strategie pratiche e dispositivi innovativi per ottimizzare ogni goccia di acqua in casa

Il risparmio idrico è un tema molto attuale per una concomitanza di fattori che non hanno precedenti nella storia dell’umanità. È risaputo come l’acqua sia l’elemento che più di ogni altro sostiene la vita sul nostro pianeta. Ma sappiamo anche che il cambiamento climatico sta portando questa risorsa a essere sempre meno presente dove prima era abbondante: sebbene non lo possiamo ancora percepire nella vita di tutti i giorni, anche l’Italia ne è coinvolta.

Negli ultimi trent’anni è stata registrata una riduzione media delle precipitazioni invernali pari al 10 % rispetto al periodo 1961–1990, con punte del 20 % nelle regioni meridionali (fonte: ISPRA, 2022). Allo stesso tempo il cambiamento climatico ha aumentato del 1,5 °C la temperatura media nazionale rispetto all’inizio del Novecento, causando ondate di calore sempre più frequenti e prolungati periodi di siccità (fonte: MITE, 2023).

In questo scenario, la gestione oculata dell’acqua diventa un imperativo. Anche a livello domestico. Sebbene possa sembrare un’affermazione enfatica adatta a uno slogan, ogni litro di acqua risparmiato in casa contribuisce a ridurre la pressione su fiumi, laghi e falde sotterranee, preservando gli equilibri degli ecosistemi e la disponibilità per le generazioni future.

Secondo i dati ISTAT (2022), il prelievo idrico totale in Italia è stato di 155 m³ pro capite all’anno, corrispondenti a oltre 425 litri al giorno per ogni cittadino. Di questi, però, solo 214 litri giornalieri arrivano effettivamente ai rubinetti delle abitazioni: gran parte dell’acqua diretta alle abitazioni non raggiunge neppure il rubinetto dell’utente. Secondo l’indicatore M1b delle perdite idriche percentuali definito da ARERA, il valore medio nazionale delle dispersioni nella rete è pari al 41,8 %. Ciò significa che quasi metà dell’acqua captata e potabilizzata viene dispersa tra tubature fatiscenti, giunti non ermetici e condotte obsolete.

In termini economici, le famiglie pagano per acqua che non consumano mai, mentre il sistema acquedottistico sostiene i costi di captazione, potabilizzazione e pompaggio di volumi considerevoli poi sprecati. Queste dispersioni sommano oltre 8 miliardi di metri cubi sprecati ogni anno, un volume pari a circa due volte il contenuto del Lago di Bracciano. Sempre l’ISPRA rileva che ben il 60 % del territorio italiano è soggetto a condizioni di stress idrico per almeno 90 giorni l’anno.

Lo spreco idrico ha quindi un duplice costo: da un lato grava sul bilancio economico delle famiglie — ogni metro cubo di acqua erogata e poi persa comporta costi di captazione, potabilizzazione e distribuzione che ricadono in bolletta (circa 1,50 € per m³, ARERA 2023); dall’altro aumenta l’impronta di carbonio, poiché il pompaggio e il trattamento dell’acqua richiedono energia elettrica e combustibili fossili, con emissioni fino a 0,5 kg CO₂eq per m³ trattato (ENEA, 2021).

In questo contesto, fare di tutto per attuare un risparmio idrico all’interno delle mura domestiche non è solo un gesto responsabile, ma un dovere: adottare soluzioni efficienti e modificare semplici abitudini quotidiane permette di ridurre drasticamente i consumi e abbassare la bolletta.

Nei prossimi paragrafi, vedremo come risparmiare acqua, analizzando le tecnologie più efficaci, dai frangigetto ai sistemi smart di monitoraggio. Prima però è necessario approfondire dove e come si spreca acqua in casa. Infatti, se in questa introduzione abbiamo visto alcuni dati su come l’acqua viene sprecata lungo la rete di distribuzione, una grande quantità subisce la stessa sorte all’interno delle abitazioni.

L’invisibile spreco delle perdite idriche domestiche

Perdite d'acqua dal soffione del rubinetto

All’interno delle mura domestiche, le perdite più subdole sono quelle a goccia e quelle invisibili, negli scarichi. Un rubinetto che perde una goccia al secondo, infatti, secondo l’EPA statunitense può sprecare più di 11.300 litri l’anno. Anche un wc difettoso contribuisce significativamente allo spreco: un modello con flapper mal sigillato (il dispositivo in gomma o plastica flessibile che chiude ermeticamente l’apertura di scarico nella cassetta) o galleggiante disallineato, può arrivare a perdere decine di litri al giorno.

Questi numeri, sommati in un anno e moltiplicati per i milioni di utenze in Italia, portano agli sprechi miliardari di cui abbiamo parlato nell’introduzione. Quindi intercettare le perdite “nascoste” è il primo passo verso un’efficace strategia di risparmio idrico. Le ispezioni basilari da fare possono essere:

  • Test del contatore: con tutti i rubinetti chiusi e il wc fermo, si annota la lettura del contatore e la si ricontrolla dopo 5–10 minuti. Un movimento anche lieve delle cifre segnala una dispersione interna.
  • Ispezione visiva: controllare sotto lavabo e lavatrice, lungo i raccordi e intorno alla cassetta wc per eventuali macchie d’umidità o depositi di calcare.
  • Ascolto mirato: in un locale silenzioso può bastare avvicinarsi al sanitario o al miscelatore per percepire un gocciolio o un lieve sibilo d’acqua.

In un contesto domestico, questi semplici interventi di manutenzione ordinaria permettono di ottimizzare immediatamente il consumo reale.

Ma anche in un impianto senza perdite, è possibile abbattere la quantità di acqua consumata. E per farlo bisogna intervenire sugli apparecchi che consumano di più. Stiamo parlando dei sanitari, ovviamente, ma quanto consumano i principali apparecchi idrici che abbiamo in casa?

Dove e come si consuma l’acqua in casa

Per capire quali soluzioni tecniche adottare al fine di ottimizzare il risparmio idrico è fondamentale conoscere dove e in quali quantità l’acqua viene utilizzata. Vediamo come sono divisi i consumi idrici in ambito domestico:

  • WC (sciacquone): circa 30 % dei consumi domestici
    Lo sciacquone è tra i maggiori responsabili dello spreco idrico: un impianto tradizionale eroga mediamente 8–12 L per ogni risciacquo, con un consumo annuo pro capite superiore a 10.000 L (ISTAT, 2022).
  • Docce: circa 20–25 % dei consumi
    Una doccia tradizionale ha una portata di 10–12 L/min; di conseguenza, una doccia di 5 minuti pesa circa 60 L. Questa quantità, sebbene sia significativa, è comunque molto inferiore rispetto al consumo di acqua di una vasca (lo vedremo a breve).
  • Lavandini di bagno e cucina: circa 25–30 % dei consumi
    Il lavaggio delle mani, dei denti o delle stoviglie sotto il rubinetto contribuisce in modo significativo al bilancio idrico: mantenere il flusso aperto durante lo spazzolino o la saponatura può comportare sprechi di 15–20 L in pochi minuti (ARPA Lombardia, 2021).
  • Lavatrice: circa 19 % dei consumi
    Le lavatrici moderne, soprattutto in ciclo eco a pieno carico, utilizzano mediamente 40–50 L di acqua per lavaggio (ENEA, 2021), contro i 100 L di un ciclo tradizionale. Ottimizzare il carico, scegliere programmi a bassa temperatura e sfruttare opzioni di prelavaggio brevi permette di ridurre del 20–30 % i consumi complessivi di questo elettrodomestico.
  • Lavastoviglie: pochi punti percentuali
    Contrariamente a quanto si pensa, una lavastoviglie efficiente può richiedere solo 6–12 L per ciclo (ARPA Piemonte, 2020), meno di quanto si sprecherebbe lavando a mano un grosso carico di piatti.
  • Irrigazione e usi esterni: circa 5–10 % dei consumi
    Per chi dispone di giardino o orto, l’irrigazione tradizionale a getto libero può generare perdite per evaporazione che possono raggiungere fino al 30% di tutta l’acqua utilizzata. Ecco perché sistemi a goccia o microirrigazione riducono questi sprechi, distribuendo l’acqua direttamente alle radici. Inoltre la raccolta dell’acqua piovana in cisterne o tinozze permette di utilizzare risorsa gratuita per le piante, senza attingere alla rete potabile.

Comprendere questa ripartizione è il passo iniziale per definire un piano di interventi mirati: nei prossimi paragrafi ci soffermeremo sui tre principali responsabili dei consumi domestici di acqua, cioè rubinetti, docce e wc.

Rubinetti e accessori per ridurre i consumi

Frangigetto per il risparmio idrico

Dopo aver analizzato i volumi di utilizzo in bagno e cucina, concentriamoci sui componenti chiave del lavabo: i rubinetti. Intervenire su questi apparecchi è uno dei modi più rapidi ed efficaci per ottenere un vero risparmio idrico, sia in termini di volume d’acqua erogata sia di energia impiegata per riscaldarla. In media, un rubinetto tradizionale in casa eroga 12–15 L/min, mentre un miscelatore dotato di frangigetto o di un riduttore di flusso riduce questo valore a 6–9 L/min, garantendo un comfort equiparabile e riducendo il consumo fino al 50–60 %. Vediamo quali sono le soluzioni più efficaci per risparmiare sul consumo di questi erogatori senza cambiare le abitudini quaotidiane.

Aeratori e frangigetto: principi, tipologie e dati tecnici

Gli aeratori (o frangigetti) sono inserti meccanici filettati che si avvitano sulla bocchetta del miscelatore. Il loro funzionamento si basa sulla miscelazione di aria e acqua, che produce un getto corposo ma con portata ridotta. Ottiene tale effetto attraverso il posizionamento di una piccola rete al suo interno, che miscela aria all’acqua.

  • Tipologie principali
    • Aeratori aerati: introducono aria nel flusso, ideale per uso generico e risparmio fino al 60 % a 3 bar di pressione.
    • Aeratori laminar: erogano un flusso continuo e a bassa turbolenza, adatti per lavelli di laboratorio o cucina professionale, con risparmio fino al 50 % e getto privo di schizzi.
    • Aeratori multiflusso: offrono la possibilità di selezionare diversi flussi (aerato, spray, mist), consentendo all’utente di scegliere il miglior compromesso comfort/consumo in base all’attività.
  • Dati tecnici di riferimento
    • Portata nominale: 6 L/min (classe A) o 9 L/min (classe B) a 3 bar di pressione.
    • Risparmi idrici: un aeratore da 5 €–15 € permette di restituire l’investimento in 6–12 mesi, con un risparmio annuo stimato di 25–40 € per famiglia (calcolo su 150 L/giorno risparmiati e tariffa media 1,50 €/m³).

L’installazione dei frangigetto è estremamente semplice e non richiede l’intervento di un idraulico: è sufficiente svitare la bocchetta esistente, inserire l’aeratore e riavvitare.

Riduttori di flusso: precisione e regolazione

Il riduttore di flusso è un dispositivo che limita direttamente la portata dell’acqua erogata dal rubinetto, senza miscelare aria all’acqua. A differenza dell’aeratore, offre una regolazione più puntuale:

  • Portate personalizzate: da 4 L/min fino a 9 L/min, in base alla scelta del disco interno.
  • Gamma di pressione: funzionamento efficace tra 1 e 10 bar, con stabilità del flusso entro ±10 % anche a pressione variabile.
  • Risparmio idrico ed energetico: oltre al taglio di portata, riduce la quantità di acqua calda necessaria per ottenere la temperatura desiderata, abbattendo consumi di gas o energia elettrica del 5–8 %.

Miscelatori termostatici: comfort e risparmio

I miscelatori termostatici sono dei rubinetti che mantengono costante la temperatura dell’acqua entro ±1 °C rispetto alla temperatura selezionata, grazie a un sensore interno che regola automaticamente il rapporto caldo/freddo. Ciò evita:

  1. Sprechi durante la regolazione: con un miscelatore tradizionale si perdono 2–3 L di acqua ogni volta che si cerca la temperatura ideale.
  2. Consumi energetici elevati: riducendo i cicli di avvio dell’acqua calda, si tagliano le emissioni di CO₂ fino allo 0,05 kg per ciclo (ENEA, 2021).

Sebbene i miscelatori termostatici non siano strettamente pensati per diminuire il flusso di acqua in erogazione (a eccezione di particolari modelli con funzioni specifiche), riducono lo spreco di acqua calda e ottimizzano il come risparmiare acqua evitando di far scorrere il rubinetto per diversi secondi prima di arrivare alla temperatura desiderata.

Rubinetti smart e soluzioni touchless

Se si vuole portare il risparmio idrico a un livello superiore, i rubinetti smart rappresentano una soluzione di avanguardia. Grazie a sensori a infrarossi o fotocellule, attivano l’erogazione solo quando l’utente è presente e la interrompono in meno di 0,2 s dal momento in cui si allontana. Questi rubinetti possono avere valvole solenoidi integrate che chiudono il flusso in modo ermetico, eliminando completamente ogni gocciolamento dopo l’uso.

Queste tipologie di rubinetti, che da molti anni è comune trovare nei bagni di locali pubblici (aeroporti, stazioni, etc.), stanno cominciando a essere utilizzati anche in ambito domestico, e garantiscono un risparmio stimato fino al 70 % nei consumi intermittenti.

Rubinetti temporizzati e altre opzioni

Un’alternativa economica ai rubinetti smart sono i rubinetti temporizzati o con aeratore a pulsante, che erogano acqua per un tempo prestabilito (3–10 s) a ogni pressione del pulsante. Questi miscelatori sono molto diffusi nei bagni pubblici, ma stanno conquistando anche l’utenza domestica perché:

  • Impediscono all’utente di dimenticare il rubinetto aperto
  • Sono semplici da installare
  • Offrono un risparmio immediato del 30–40 % rispetto a un miscelatore tradizionale

Docce efficienti: confronto doccia/vasca e soffioni per doccia a risparmio idrico

Lo leggiamo un po’ dappertutto: scegliere la doccia invece della vasca è il primo, semplice passo per ottenere un risparmio idrico in casa. Ma al netto di questo primo importante accorgimento, è possibilie fare ulteriori ottimizzazioni, infatti anche tra i soffioni da doccia esistono grandi differenze di efficienza: l’adozione di modelli progettati per limitare il flusso d’acqua e ottimizzare il getto può ridurre drasticamente i consumi, migliorando al contempo il comfort.

Confronto del quantitativo di acqua consumata: vasca vs doccia

Una Vasca da bagno standard contiene in media 150–200 L di acqua, che deve essere scaldata ed erogata a ogni utilizzo. Riempirla significa spendere quasi quattro volte il consumo di acqua una doccia efficiente e scaldare grandi quantità di acqua, con relativo elevato costo energetico.

Infatti una doccia tradizionale, con un soffione non ottimizzato, eroga mediamente 15–18 L/min. Considerando che una doccia solitamente ha durate abbastanza brevi, un getto continuo di soli 5 minuti comporta un consumo acqua per una doccia di 75–90 L, la metà della vasca.

È possibile ridurre ulteriormente tali consumi adottando soffioni per doccia a risparmio idrico, attraverso cui è possibile abbassarela portata fino a 9–12 L/min. Così una doccia di 5 minuti richiederà solo 45–60 L, con un risparmio immediato di 30–40 % rispetto al modello tradizionale. Si tratta di valori che sono inferiori di 1/3 rispetto a quelli di una vasca da bagno.

Tipologie di soffioni a risparmio idrico

Aeratore a soffione (Venturi + aria)

Questi modelli sfruttano l’effetto Venturi per miscelare aria e acqua, producendo un getto morbido e corposo con portata limitata (9 L/min). Il flusso misto mantiene la percezione di pressione, riducendo del 40–50 % il volume utilizzato. Sono diffusi e facili da montare sui soffioni esistenti.

Flusso laminare

I soffioni laminar erogano l’acqua sotto forma di un’unica “lastra” d’acqua, senza turbolenze né aerazione. Il getto è calibrato (6–8 L/min) e offre un’esperienza sensoriale simile a quella di un getto d’acqua naturale,.

Alta pressione a microgoccia

I soffioni ad alta pressione prevedono dei getti con microugelli: questo rende le gocce d’acqua più piccole e dense, aumentando la velocità del flusso la pressione dell’acqua. In sostanza l’acqua è distribuita in decine di microgetti ad alta velocità, con portata contenuta (8–10 L/min). L’impatto sulla pelle è energizzante, simile a un getto massaggiante. E grazie a questo sistema si può avere un risparmio di circa il 40% dell’acqua utilizzata.

Oltre a tutto quanto abbiamo appena detto, dobbiamo citare il fatto che alcuni soffioni moderni sono dotati della funzionalità “stop & go”: in sostanza montano un pulsante di pausa che consente di interrompere il getto mentre ci si sta insaponando. Questa funziona fa sì che, differenza di un miscelatore tradizionale, a pressione e il calore vengano mantenuti costanti alla riaccensione. Infatti uno dei motivi per cui spesso non si chiude l’acqua durante le fasi di insaponatura è che alla riapertura della doccia il flusso di acqua non è più alla temperatura desiderata. Con questa funzione il problema viene risolto.

WC e scarichi: soluzioni moderne per evitare sprechi

Risparmio idrico con gli scarichi a doppio flusso

Abbiamo visto che anche il wc è tra i principali consumatori d’acqua in casa: ogni azione di risciacquo rappresenta un’opportunità di risparmio idrico, ma anche un’occasione di spreco se il sistema è obsoleto. Un’adeguata scelta di apparecchi e meccanismi, unita a una corretta manutenzione, può ridurre drasticamente il volume d’acqua utilizzato senza alcuna rinuncia in termini di igiene.

I vecchi scarichi monoflusso (single flush) erogano tipicamente 9–12 L per scarico. Con una media di 5 scarichi al giorno per persona, si consumano fino a 20 000 L/anno solo per questo servizio.

Principio DNSH e progettazione sostenibile

Prima di analizzare le tecnologie disponibili, è utile fare un richiamo ai principi europei chiamati “Do No Significant Harm” (DNSH) della Tassonomia UE (Regolamento Delegato UE 2021/2139), che impone anche di non arrecare un impatto negativo alle risorse idriche e agli ecosistemi acquatici quando si interviene sugli impianti sanitari.

In pratica questo regolamento richiede di favorire l’utilizzo di soluzioni che riducano il volume d’acqua erogato, separino le acque meteoriche da quelle nere e – dove tecnicamente possibile – prevedano il riuso delle acque grigie (lavabi, docce) per gli scarichi del wc.

Anche se seguirei i principi DNSH non è ancora obbligatorio nei lavori privati, il rispetto di alcuni dei principi presenti al suo interno, garantisce una progettazione più responsabile e duratura. E, per quanto riguarda i wc, la richiesta di tali principi è utilizzare sistemi di scarico a doppio flusso.

Il funzionamento del sistema dual-flush

Il sistema di scarico a doppio flusso (dual-flush) si basa su due volumi d’acqua distinti erogati da una singola cassetta:

  • Scarico ridotto (3–4 L): dedicato ai bisogni liquidi, utilizza un sifone appositamente studiato per convogliare efficacemente il flusso con pochi litri.
  • Scarico completo (6–9 L): riserva maggiore portata per i rifiuti solidi, garantendo comunque un risparmio fino al 40–50 % rispetto ai sistemi monoflusso da 9–12 L.

Dal punto di vista tecnico, la cassetta incorpora due valvole e due galleggianti differenziati, ognuno tarato per aprirsi al pulsante specifico. Quando si preme il pulsante “light”, la valvola più piccola consente il passaggio del quantitativo minore di acqua, mentre con il comando “full” si aziona la valvola principale a portata maggiore. Il design interno del sifone assicura che la forza di risucchio rimanga stabile anche a basse portate, evitando depositi e mantenendo pulito il vaso.

Si tratta di sistemi ormai ampiamente diffusi, anche se non vengono sempre installati.

Kit di retrofit per cassette esistenti

Per chi non intende sostituire la vecchia cassetta di scarico a single-flush, sono disponibili soluzioni retrofit che trasformano una cassetta monoflusso in dual-flush senza opere murarie:

  • Sistema con meccanismo a doppio galleggiante: comprende un gruppo valvola doppio tarato per 4 L e 9 L;
  • Sistema con galleggiante regolabile con contropesetto: mantiene il livello dell’acqua più basso, riducendo il volume del serbatoio di 2–3 L per scarico.

Solitamente l’installazione richiede solo il montaggio del nuovo kit all’interno della cassetta originale, con costi contenuti (20–40 €) e risparmi stimati di 4 000–6 000 L annui per una famiglia di quattro persone. Chiaramente va verificata la possibilità di installazione caso per caso.

Tecnologie avanzate: sistemi pressurizzati e wc a vuoto

Oltre al dual-flush, esistono tecnologie più evolute per garantire il risparmio idrico dei wc. Il più diffuso è il sistema pressurizzato: l’acqua di rete viene accumulata in un piccolo serbatoio con pressione controllata (3–5 bar). All’atto dello scarico, la pressione aziona un getto potente che pulisce il vaso con soli 4–5 L. Questi impianti richiedono materiali idraulici certificati per alta pressione e garantiscono una resa costante anche in caso di variazioni di pressione nella rete di distribuzione.

Facciamo infine un rapido cenno ai sistemi di wc a vuoto (vacuum toilets): li troviamo tipicamente nei treni, utilizzano un compressore o una pompa per generare un flusso d’aria che fa defluire velocemente l’acqua, limitando il consumo a 1–2 L per scarico. Ad oggi sono poco adatti a impianti residenziali per complessità e costi, ma possono essere valutati come soluzioni domestiche ibride in contesti particolari.

Integrazione con sistemi di riuso delle acque grigie

Richiamando quanto abbiamo accennato a proposito dei principi DNSH, un approccio realmente sostenibile e che garantisce un risparmio idrico significativo, prevede l’integrazione della cassetta del wc con un impianto di raccolta delle acque grigie provenienti da lavabo e doccia. Dopo un trattamento di filtrazione e disinfezione (filtri a sabbia, carboni attivi e UV), queste acque possono alimentare la cassetta, eliminando completamente il ricorso all’acqua potabile di acquedotto. Tale soluzione richiede pompe di rilancio a bassa manutenzione e sensori di livello per garantire la sicurezza igienica, ma consente un taglio del consumo si acqua per lo scarico wc fino al 100 % sull’acqua potabile, rappresentando il massimo livello di riuso domestico dell’acqua.

Chiaramente si tratta di un sistema che necessita di adeguati spazi, quindi difficilmente installabile in un appartamento. Ma che è ideale per case singole e villette a schiera.

Smart home e dispositivi connessi per il monitoraggio e la prevenzione

Concludiamo questa panoramica sui sistemi di risparmio idrico domestico, facendo un breve accenno a come la domotica applicata alla gestione idrica può aiutare nelle operazioni di monitoraggio e nella riduzione dei consumi, intervenendo non solo sui dispositivi ma sull’intero flusso di erogazione.

Tra poco vedremo alcune possibili applicazioni, in ogni caso il vero potenziale dei dispositivi smart si esprime nell’integrazione: grazie alle piattaforme di home automation, è possibile creare scenari automatizzati. Ad esempio:

  • un allarme di perdita d’acqua potrebbe attivare contemporaneamente la chiusura della valvola principale e un avviso sullo smartphone;
  • un picco nei consumi registrato da uno smart meter può innescare un report settimanale via email;
  • la centralina può sospendere il ciclo se il sensore sopra il soffione doccia registra un flusso prolungato, segno di possibile perdita interna.

Grazie alla domotica i dispositivi connessi non solo forniscono dati in tempo reale, ma consentono di intervenire in modo proattivo, prevenendo gli sprechi più subdoli e agendo in modo pratico sul risparmio idrico domestico.

Sensori antiallagamento Wi-Fi e valvole automatiche

I sensori antiallagamento sono dispositivi facili da collocare il cui scopo è appunto rilevare la presenza di acqua negli ambienti. Si presentano in genere come piccole scatole di plastica rigida con un cavo sottile o dei contatti in metallo che sporgono da un lato. Generalmente si collegano alla rete Wi-Fi di casa e inviano notifiche push non appena rilevano anche poche gocce dove non dovrebbero esserci. Alcuni modelli avanzati integrano allarmi acustici e visivi sul sensore stesso e non richiedono un hub dedicato, semplificando l’installazione fai-da-te.

Questi sensori vanno posizionati dove possono verificarsi i piccoli guasti e non è possibile fare un controllo costante (o dove non verrebbe mai in mente di fare tale controllo in modo continuativo): quindi tipicamente si installano sul pavimento all’interno del mobile del lavello, in cucina e in bagno, così da intercettare subito eventuali perdite dalla cartuccia del miscelatore o dai raccordi del lavabo. Altre posizioni utili sono dietro la lavatrice o la lavastoviglie, dove le vibrazioni e la pressione dell’apparecchio possono logorare i tubi flessibili senza dare segnali visibili dall’esterno, e lo scaldabagno o la caldaia.

In un impianto domestico più articolato, si posizionano sensori anche intorno al collettore principale o alle valvole di intercettazione nella cantina o nel locale tecnico, in modo da rilevare subito qualsiasi infiltrazione lungo la condotta.

Per elevare il livello di protezione, esistono kit che abbinano il sensore a una valvola elettronica installata sul tubo principale: al primo segnale di perdita, il sistema interrompe automaticamente l’erogazione, annullando totalmente il rischio di allagamenti anche in vostra assenza.

Irrigazione smart e sensori di umidità del terreno

Abbiamo già accennato all’irrigazione goccia-goccia per chi possiede un giardino o un orto. Però è possibile ottimizzare ulteriormente il risparmio idrico per quanto riguarda l’irrigazione grazie all’utilizzo di centraline di irrigazione smart. Collegate a stazioni meteo interne o a sensori di umidità del terreno, questi sistemi calibrano in autonomia la quantità d’acqua erogata, evitando irrigazioni superflue dopo giorni di pioggia o nelle ore più calde.

Ad esempio grazie a un sensore dedicato è possibile misurare umidità, temperatura e intensità luminosa, inviando i dati a un’app che regola il ciclaggio dell’irrigazione. Studi di settore stimano che un sistema smart ben calibrato riduca il consumo d’acqua dal 25 % al 50 % rispetto a un sistema di irrigazione tradizionale, basato su orari fissi. Il risparmio, ad esempio, deriva dall’evitare irrigazioni in giornate piovose, ottimizzare i tempi in base all’ET0 (Evapotraspirazione di riferimento) e gestire differenze locali di umidità del terreno.

A fronte di un investimento iniziale più elevato, il ritorno economico arriva già entro 1–2 stagioni irrigue per aziende agricole e 2–3 anni per utenze residenziali in giardini di media grandezza.

Conclusione: una casa green parte dal risparmio idrico

Risparmio idrico con irrigazione efficiente

Il concetto che abbiamo voluto evidenziare in questo articolo è che Il risparmio idrico non è (più) un lusso, ma una necessità, per una casa sostenibile. Necessità che abbiamo visto avere molteplici cause: dal cambiamento climatico che sta riducendo l’acqua a disposizione, agli sprechi delle reti di approvvigionamento idrico, per concludere con perdite e sprechi all’interno dell’ambiente domestico. Di sicuro un privato cittadino non può intervenire direttamente sui primi fattori, ma può operare scelte consapevoli dentro la propria casa per avere un vero risparmio idrico.

Grazie a buone abitudini e all’uso di tecnologie efficienti, è possibile trasformare ogni abitazione in una casa green: basta unire pratica consapevolezza e qualche investimento mirato. In fondo, proteggere l’acqua potabile significa garantire acqua pulita per il futuro, abbattendo gli sprechi di oggi.

Per trarre le fila di quanto detto, possiamo dire che il risparmio idrico in una casa green si basa su tre fondamenta:

  1. Manutenzione e perdite: individuare subito rubinetti che gocciolano, valvole wc mal sigillate o tubazioni usurate può ridurre sprechi per centinaia di litri al giorno. Si può optare per controlli visivi costanti, oppure rivolgersi alla tecnologia con sensori e sistemi domotici.
  2. Efficienza dei dispositivi: montare aeratori e riduttori di flusso sui rubinetti, installare soffioni a basso consumo e adottare cassette wc a doppio flusso. Sono interventi che a fronte di basse spese, consentono di tagliare i volumi di acqua erogati del 40–60 % rispetto ai sistemi tradizionali.
  3. Buone abitudini: le scelte quotidiane, come prediligere la doccia per la vasca, dare docce brevi, usare lavatrice e lavastoviglie con carichi completi, etc., garantiscono nel tempo un elevato risparmio idrico.

Con un’attenzione costante e pochi accorgimenti mirati, è possibile ridurre significativamente i consumi idrici di ogni abitazione, alleggerendo la bolletta e prolungando la vita utile degli impianti. In questo modo il risparmio idrico e non solo diventa concreto, misurabile e immediatamente vantaggioso per il proprietario di casa.

© Riproduzione riservata.

Partner

I più letti