Tutti intorno all’isola. Tre soluzioni per rendere la cucina pratica e funzionale

di Giorgia Bollati

Tutti intorno all'isola. Tre soluzioni per rendere la cucina pratica e funzionale
Foto di Antonio Maria Fantetti

Un po’ per chi ha bisogno di tanto spazio, un po’ per chi ha bisogno di tanti sous chef, cucinare su un’isola è comodo e divertente

Non solo la pratica del cucinare. Ma una nuova modalità di vivere e condividere. L’isola in cucina ha una storia antica, a partire delle grandi ville signorili con ampi spazi di preparazione pensati per piatti regali. Oggi, torna protagonista della zona giorno, per dare un accento estetico maggiore a un ambiente che con il tempo era stato relegato in metrature minime. Con l’aprirsi degli ambienti sempre più in comunicazione tra loro, l’isola centrale è diventata il palcoscenico dell’arte del cucinare, un’operazione che trova nuovo entusiasmo nella convivialità e, spesso, nella condivisione della preparazione di una ricetta. Ecco, dunque, che è fondamentale progettare un supporto funzionale e pratico, in grado di semplificare i passaggi e organizzare elettrodomestici e piani di lavoro per accogliere tutti i piatti e le mani che vi lavorano.

Obiettivo dell’isola. «Per capire come pensare lo spazio – spiega Emanuele Svetti, architetto fondatore dello studio di progettazione Studio Svetti Architecture –, occorre valutare se la richiesta del cliente verte in direzione di una maggiore convivialità oppure se il desiderio consiste in un elemento spiccatamente tecnico. Nel primo caso occorre facilitare le operazioni che il proprietario di casa svolge mentre conversa con gli ospiti, che devono poter sedere di fronte a lui. In alternativa, lo studio si concentra maggiormente sulla posizione degli elettrodomestici e sugli spazi, così da garantire il massimo della funzionalità». Sulla base di questa scelta, poi, il progettista si può orientare verso un’isola più compatta ed organica o su un mobile più ampio e arioso, che offra a tutti coloro che lo circondano il massimo del comfort.

Combinazione di componenti. Lavello, piano cottura e spazio per il lavoro sono gli elementi base. «Rispetto ai fornelli – dichiara Lucrezia Montalbò, architetto dello studio di progettazione M+T architetti –, l’induzione rappresenta la soluzione migliore perché, nel contesto di un’isola attorno a cui si muovono più persone, questa tecnologia è più sicura. Per creare uno spazio funzionale e salubre, poi, una buona aggiunta al mobile consiste nella cappa a filo top, che garantisce la qualità dell’aria senza appesantire lo sguardo». Non solo. Da aggiungere alla ricetta ci sono: una colonnina a scomparsa con le prese elettriche per avere sempre una guida a portata di mano nel momento della preparazione delle portate e la lavastoviglie nelle immediate vicinanze del lavandino per evitare gocce e schizzi sul pavimento dovuti a eventuali lunghi tragitti da percorrere con i piatti sporchi. E poi, per le case con spirito più sociale, piani snack e tante altre superfici, così da fare aperitivo insieme mentre da un lato c’è chi scola la pasta, dall’altro chi cuoce carne o pesce e di fronte chi taglia le verdure

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Foto di Antonio Maria Fantetti

Una vetrina per la socialità

dello studio di architettura
M+T Architetti

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Foto di Andrea Bartolozzi

Giochi di simmetrie operative

di Emanuele Svetti

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Foto di Armando Moneta

Finiture ricche, funzionalità organizzata

di Andrea Castrignano

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Articolo pubblicato su 100 Idee per Ristrutturare ottobre 2021

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