Pompa di calore per riscaldare casa: guida completa a vantaggi, costi, detrazioni e sistemi ibridi

di Alessandro Mezzina

Pompa di calore per riscaldare casa

Nel contesto della transizione energetica, la pompa di calore per riscaldare casa rappresenta una soluzione efficiente e sostenibile. Questo articolo spiega il funzionamento delle pompe di calore, confronta tecnologie tradizionali e sistemi ibridi, illustra incentivi e detrazioni, offrendo ai proprietari una guida pratica per scegliere l’impianto migliore in modo chiaro.

Negli ultimi anni, la pompa di calore per riscaldare casa è diventata una delle soluzioni più interessanti per chi cerca un sistema di riscaldamento efficiente e sostenibile. Il motivo è che, a differenza di una caldaia tradizionale che genera calore bruciando combustibili, una pompa di calore preleva calore gratuito dall’ambiente esterno – dall’aria, dall’acqua o dal suolo – e lo trasferisce all’interno dell’abitazione per riscaldarla in inverno (e all’occorrenza raffrescarla in estate, invertendo il ciclo). Si tratta dello stesso principio con cui funzionano i frigoriferi​. Il risultato è che un sistema di riscaldamento a pompa di calore ad alta efficienza è grado di fornire più energia termica di quella che consuma in elettricità (il parametro di riferimento è il coefficiente di prestazione, COP, che tipicamente è compreso tra 3 e 4: cioè ogni 3-4 kW di calore fornito consuma 1 kW elettrico​).

Nei prossimi paragrafi vedremo più nel dettaglio come funzionano le pompe di calore per riscaldare casa, i diversi tipi disponibili (aria-aria, aria-acqua, geotermiche), i principali vantaggi e svantaggi di riscaldare con pompa di calore, e le differenze con i sistemi tradizionali. Vedremo inoltre quando conviene installarle in base alla zona climatica e al tipo di impianto (termosifoni o riscaldamento a pavimento). Siccome in Italia il sistema di riscaldamento più diffuso è ancora la classica caldaia a gas, vedremo anche un confronto dettagliato con questo sistema di riscaldamento in termini di costi, efficienza e impatto ambientale. Infine, approfondiremo i sistemi ibridi (in cui la caldaia è combinata con la pompa di calore), e faremo un focus sull’importanza dei sistemi di termoregolazione e della building automation (termostati intelligenti Wi-Fi, domotica), che con le pompe di calore diventano centrali per ottimizzare i consumi e i risparmi.

Come funziona una pompa di calore: principi e tipologie

Funzionamento della pompa di calore per riscaldare casa
Funzionamento della pompa di calore per riscaldare casa

Una pompa di calore è un dispositivo che, tramite un circuito frigorifero a compressione, trasferisce calore da una sorgente a bassa temperatura a un ambiente a temperatura più elevata. In pratica “pompa” il calore da fuori a dentro casa. Il ciclo termodinamico coinvolge quattro componenti principali: compressore, condensatore, valvola di espansione ed evaporatore, all’interno dei quali circola un fluido refrigerante.

Durante il funzionamento in modalità riscaldamento, il fluido sottrae calore dalla sorgente fredda esterna (aria, acqua o terra) facendolo evaporare a bassa pressione, poi un compressore ne eleva la pressione e la temperatura. Il gas caldo così ottenuto cede calore al “pozzo caldo” interno (cioè all’impianto di riscaldamento interno). In seguito a questa cessione di calore il fluido condensa e si raffredda nuovamente per ricominciare il ciclo​.

Le pompe di calore più diffuse utilizzano come sorgente di calore l’aria esterna. Intuitivamente sembra impossibile che l’aria esterna di una fredda giornata invernale possa consentire di riscaldare una casa. Ma, dal punto di vista fisico, l’aria possiede una certa quantità di calore (energia termica) anche a temperature molto sotto i zero gradi centigradi. La pompa di calore non fa altro che sfruttare questa energia in modo ottimale.

In modalità raffrescamento estivo, il funzionamento è invertito: la pompa di calore espelle il calore dall’interno verso l’esterno, proprio come un climatizzatore.

Sorgenti di calore utilizzabili

Abbiamo appena accennato al fatto che una delle sorgenti di calore a cui una pompa di calore per riscaldare casa può attingere è l’aria. Ma non è l’unica.

Le pompe di calore possono attingere energia termica da diverse sorgenti esterne, le principali sono: aria, acqua o suolo​. In base alla coppia sorgente/pozzo caldo si distinguono varie tipologie di pompe di calore. Le più comuni per uso domestico sono:

  • Pompa di calore aria-aria: trasferisce calore dall’aria esterna all’aria degli ambienti interni. In pratica funziona come un climatizzatore reversibile: un’unità esterna scambia calore con l’aria esterna, e unità interne (split) immettono aria calda (d’inverno) o fresca (d’estate) nei locali.
    • Vantaggi: installazione relativamente semplice, costi contenuti, ideale per appartamenti o singoli ambienti.
    • Svantaggi: non produce acqua calda per i termosifoni o usi sanitari, ed efficacia che cala molto al calare della temperatura esterna (sotto certi limiti la resa diminuisce sensibilmente)​. È indicata soprattutto in climi miti o come integrazione. Oggi molti condizionatori a pompa di calore rientrano in questa categoria.

  • Pompa di calore aria-acqua: preleva energia termica dall’aria esterna e la usa per riscaldare acqua che circola nell’impianto di casa (radiatori, pannelli radianti, ventilconvettori)​. Si compone di un’unità esterna (con compressore e ventilatore) che scambia calore con l’aria ambiente, collegata a un’unità interna idronica che riscalda l’acqua tecnica dell’impianto di riscaldamento e spesso anche l’acqua calda sanitaria.
    • Vantaggi: grande versatilità (adatta sia a termosifoni che a riscaldamento a pavimento), può sia riscaldare che raffrescare casa e produrre acqua calda sanitaria.
    • Svantaggi: la resa dipende dalla temperatura dell’aria esterna e con freddo intenso l’efficienza cala. È comunque progettata per funzionare anche in inverno: i modelli di qualità offrono buone prestazioni fino a -15/-20 °C​, attivando cicli di sbrinamento automatico in caso di brina​.

      Le pompe di calore aria-acqua rendono al meglio in case ben isolate e con impianti a bassa temperatura (es. pannelli radianti), ma si possono adattare anche a termosifoni tradizionali con gli opportuni accorgimenti.

  • Pompa di calore geotermica (acqua-acqua o terra-acqua): sfrutta il calore accumulato nel suolo o nelle acque sotterranee, dove la temperatura rimane abbastanza stabile tutto l’anno. Tramite sonde geotermiche verticali inserite nel terreno (anche 80-100 metri di profondità) o collettori orizzontali interrati, si scambia calore con il terreno​; il calore viene poi trasferito all’acqua dell’impianto interno (da cui il termine “terra-acqua” o “acqua-acqua”).
    • Vantaggi: efficienza molto alta e costante indipendentemente dal clima esterno; performance ottimali anche nei climi più rigidi.
    • Svantaggi: costi di installazione elevati e iter più complesso – occorre spazio per il terreno o pozzi, perforazioni, autorizzazioni, e un investimento iniziale importante​. Per questo è adatta soprattutto a nuove costruzioni o abitazioni con giardino ampio, dove l’investimento è giustificato dal fabbisogno energetico.
Pompa di calore per riscaldare casa geotermica
  • Pompa di calore “ibrida” (sistemi ibridi): merita una menzione a parte la pompa di calore ibrida, che in realtà è un sistema combinato: abbina una pompa di calore elettrica a una caldaia a condensazione a gas nello stesso impianto. Approfondiremo a breve questo sistema di riscaldamento ibrido e come funziona, ma anticipiamo che serve a unire i vantaggi di entrambe le tecnologie, gestendo in automatico l’una o l’altra fonte energetica a seconda delle condizioni.

  • Scaldabagno a pompa di calore: esiste inoltre la possibilità di utilizzare la tecnologia a pompa di calore per la sola produzione di acqua calda sanitaria. Lo scaldabagno a pompa di calore è un apparecchio che sostituisce il classico boiler elettrico: assorbe calore dall’aria (ambientale o esterna tramite una piccola unità dedicata) e lo usa per scaldare l’acqua in un serbatoio. In questo modo, può ridurre del 70% circa i consumi elettrici rispetto a uno scaldabagno tradizionale, garantendo acqua calda con costi molto ridotti​. È un’opzione interessante se non si ha una caldaia per l’acqua calda e si vuole tagliare la bolletta elettrica dell’acqua sanitaria; inoltre gode delle stesse detrazioni Ecobonus/Conto Termico previste per le pompe di calore.

Pompa di calore per riscaldare casa e termosifoni tradizionali

Un dubbio frequente riguarda la compatibilità tra pompa di calore per riscaldare casa e termosifoni. Le pompe aria-acqua standard lavorano al meglio con temperature di mandata medio-basse (30-50 °C); in impianti a radiatori progettati per 70-80 °C potrebbero non riuscire da sole a fornire sufficiente calore nelle giornate più fredde. Tuttavia, ci sono soluzioni: esistono pompe di calore ad alta temperatura capaci di raggiungere 60-80 °C in mandata, pensate per sostituire la caldaia in impianti esistenti; in alternativa si possono apportare modifiche ai termosifoni (ad esempio aumentare il numero di elementi o installare ventilconvettori) per sopperire alle minori temperature​. In molti casi, usare la pompa di calore per riscaldare casa e abbinarla ai termosifoni è possibile – specialmente se la casa è stata coibentata – ma va fatta una corretta progettazione. Una scelta che ha avuto e sta avendo una certa popolarità in fase di retrofit è il sistema ibrido: la pompa di calore copre base load e mezze stagioni, e la caldaia interviene solo quando necessario, garantendo il comfort anche con radiatori tradizionali. Anche se molti termotecnici sono concordi nell’affermare che la caldaia a supporto sia ormai superflua.

Vantaggi della pompa di calore per riscaldare casa

Pompa di calore per riscaldare casa

Perché sempre più persone scelgono la pompa di calore per riscaldare casa al posto dei sistemi tradizionali? Ecco i principali vantaggi delle pompe di calore:

  • Alta efficienza energetica: la pompa di calore per riscaldare casa rende molto più energia termica di quanta ne consumi in elettricità, grazie a COP elevati. In condizioni ottimali, 1 kW elettrico può fornire 3-4 kW di calore​. Ciò si traduce in un’efficienza del 300-400%, contro il 90-95% di una caldaia a gas. In altre parole, il rendimento di una pompa di calore sovrasta quello della caldaia tradizionale: studi indicano un’efficienza superiore del 33% rispetto a una caldaia a gas e addirittura del 60% rispetto a una a gasolio ​nelle stesse condizioni operative.
  • Risparmio nei costi di esercizio: di conseguenza, grazie all’elevata efficienza e all’uso di energia rinnovabile gratuita, il costo di riscaldamento con pompa di calore può risultare molto competitivo. Nonostante un investimento iniziale più alto, le spese operative annue sono tipicamente inferiori a quelle di un impianto a gas​, specialmente se la pompa di calore è usata in abbinamento a impianti fotovoltaici. Ad esempio, secondo simulazioni, il consumo per riscaldare una casa ben isolata con PdC può ridursi a poche centinaia di euro l’anno​. Inoltre, la manutenzione ordinaria è minima e meno costosa (non ci sono canne fumarie da controllare o bruciatori da tarare).
  • Basse emissioni e sostenibilità ambientale: poiché non c’è combustione, le pompe di calore non producono emissioni in loco – niente fumi, CO₂ o inquinanti nell’abitazione. L’impronta carbonica dipende solo dall’elettricità usata: con la quota crescente di rinnovabili in rete (o autoproducendo energia con fotovoltaico) si può arrivare a emissioni quasi zero. Complessivamente, il taglio di CO₂ rispetto a un sistema a gas può essere notevole (studi parlano di fino al 90% in meno di emissioni di CO₂ rispetto al riscaldamento a metano tradizionale​). Contribuire alla lotta al cambiamento climatico abbassando le emissioni della propria casa è un forte incentivo ad adottare queste soluzioni.
  • Versatilità (riscaldamento + raffrescamento + ACS): con una pompa di calore si può riscaldare in inverno e raffrescare in estate con lo stesso impianto. La maggior parte delle pompe di calore elettriche moderne sono reversibili, quindi funzionano anche come climatizzatori estivi. Inoltre, molti modelli provvedono anche all’acqua calda sanitaria, eliminando la necessità di caldaie o scaldabagni separati. Questa integrazione semplifica l’impiantistica e aumenta l’indipendenza dal gas. Un unico sistema può dunque climatizzare la casa tutto l’anno.
  • Sicurezza e comfort: l’assenza di fiamme libere e gas combustibili in casa significa maggiore sicurezza: viene eliminato il rischio di fughe di gas o di emissione di monossido di carbonio. Anche il comfort è elevato: le pompe di calore mantengono temperatura costante modulando la potenza, evitando gli sbalzi tipici di certi impianti tradizionali. Inoltre, non seccano l’aria come alcuni sistemi diretti e contribuiscono a un ambiente domestico più sano.

È chiaro quindi che a oggi la pompa di calore per riscaldare casa offre una combinazione di efficienza, risparmio e sostenibilità difficilmente eguagliabile da altre tecnologie.

Tuttavia bisogna menzionare anche i possibili svantaggi e limitazioni, per capire se si adatta effettivamente alle proprie esigenze.

Svantaggi delle pompe di calore per riscaldare casa

Come ogni soluzione, anche le pompe di calore per riscaldare casa presentano alcuni svantaggi o aspetti critici da valutare attentamente:

  • Costo iniziale elevato: l’investimento per acquistare e installare una pompa di calore per riscaldare casa è in genere più alto rispetto a una caldaia tradizionale. I prezzi variano molto a seconda della tipologia, potenza e marca, ma possiamo parlare di diverse migliaia di euro. Ad esempio, il costo di una pompa di calore (fornita e posta in opera) per un appartamento può andare indicativamente da 3.000€ fino a superare i 9.000€ (in funzione di dimensioni e isolamento)​. È un esborso importante, anche se le detrazioni fiscali consentono risparmi importanti (fino al 50% nel 2025). Inoltre, nel lungo termine il risparmio in bolletta può ripagare la spesa. Resta il fatto che il capitale iniziale richiesto è maggiore – fattore da non sottovalutare.
  • Necessità di spazio e vincoli di installazione: una pompa di calore aria-acqua o aria-aria richiede l’installazione di un’unità esterna con ventilatore e compressore. Questo box esterno ha dimensioni tipiche di circa 100×120×50 cm​ e produce un certo rumore, quindi bisogna avere uno spazio adatto all’esterno (in giardino, su un balcone, a parete). Potrebbe essere un problema in condominio o in centri storici con vincoli estetici, dove non sempre è possibile collocare visivamente un’unità esterna​. Inoltre, in caso di pompa di calore idronica splittata, cioè che prevede l’unità idronica e il serbatoio d’acqua calda (un modulo di circa 180×40×40 cm + un bollitore), è necessario spazio all’interno​, sicuramente maggiore di una caldaia murale compatta. Seppur è vero che ormai i produttori stanno creando apparecchi sempre più compatti, lo spazio richiesto è maggiore rispetto a una caldaia standard, e l’installazione può risultare più invasiva.
  • Rumorosità: le pompe di calore aria-aria o aria-acqua sono dotate di ventilatori e compressori che generano rumore durante il funzionamento. In media, si parla di circa 50 dB a 1 metro dall’unità esterna​, un livello paragonabile a una conversazione tranquilla. Non è assordante, ma in ambienti silenziosi o di notte può dar fastidio, specialmente ai vicini se installato in prossimità di altre abitazioni. Alcuni modelli possono emettere anche picchi verso 60 dB sotto sforzo​. Per legge esistono limiti acustici di zona da rispettare. Questo aspetto va considerato e gestito: in fase di installazione occorre scegliere con cura la posizione dell’unità esterna e, se necessario, adottare accorgimenti antivibranti o pannelli fonoassorbenti. La elevata rumorosità viene spesso citata tra i contro delle pompe di calore​, anche se la tecnologia sta migliorando e molti modelli dispongono di modalità silenziosa notturna. Inoltre, essendo ormai diffusa la tecnologia inverter, cioè che modula la potenza fornita dalla pompa di calore in relazione alle reali esigenze interne, per la maggior parte del tempo funzionano a regime ridotto.
  • Prestazioni in climi molto freddi: il clima esterno influenza l’efficienza delle pompe di calore, in particolare di quelle che prelevano calore dall’aria. Al diminuire della temperatura esterna, diminuisce la potenza resa e il COP della macchina​. Sotto zero, la pompa deve lavorare di più; intorno a -5/-10°C molte pompe di calore aria-aria tradizionali faticano a fornire sufficiente calore e attivano resistenze elettriche ausiliarie (annullando in parte il vantaggio di efficienza). Alcuni modelli aria-acqua di qualità e le geotermiche sono progettate per operare fino a -15°C o -20°C mantenendo buone prestazioni​, ma restano meno efficienti nei climi rigidi rispetto a condizioni miti.

Si tratta di condizioni molto rare in Italia e limitate territorialmente, ma in questo contesto la consulenza di un termotecnico esperto è essenziale per fare la scelta giusta per la propria abitazione.

  • Adattabilità dell’impianto esistente: se la casa è dotata di impianto a termosifoni tradizionali ad alta temperatura, passare a pompa di calore richiede attenzione. Abbiamo già detto che la pompa rende di più con impianti a bassa temperatura (pavimento radiante o radiatori maggiorati). In un retrofit, potrebbe essere necessario integrare o sostituire alcuni elementi dell’impianto (es. mettere ventilconvettori al posto di radiatori, o aggiungere elementi ai termosifoni)​ per distribuire il calore a temperature più basse. Questo comporta ulteriori costi e lavori. In alternativa, si può optare per modelli specifici ad alta temperatura o per un sistema ibrido con caldaia che copra il gap. Insomma, non tutte le abitazioni sono “pronte” per la pompa di calore senza modifiche: edifici molto vecchi, non isolati e con caloriferi piccoli potrebbero avere bisogno di interventi complementari per ottenere buoni risultati.
  • Richiesta di potenza elettrica: usare una pompa di calore per riscaldare casa significa affidarsi totalmente all’energia elettrica, e quindi consumare parecchi kWh. Pur con COP alto, una pompa di calore da 8-10 kW termici può assorbire 2-3 kW elettrici medi, con picchi superiori. Bisogna quindi avere un’adeguata potenza impegnata nel contatore domestico. Molti utenti con contratto standard da 3 kW potrebbero dover passare a 4.5 o 6 kW, con un leggero aumento dei costi fissi in bolletta. Nelle ore di massimo carico, l’uso contemporaneo di altri elettrodomestici energivori potrebbe far scattare il contatore se non dimensionato. In alcuni casi si rende necessario anche adeguare l’impianto elettrico (se datato) o richiedere la trifase per potenze molto alte. Tutto risolvibile, ma è un aspetto da considerare in fase di progetto.
  • Costo operativo dipendente dalle tariffe: se da un lato la pompa di calore può far risparmiare, dall’altro il vantaggio economico dipende dal rapporto tra costo dell’energia elettrica e costo del gas. Con i prezzi attuali e COP medi, il risparmio c’è, ma se l’elettricità avesse costi molto elevati o il COP reale fosse basso (ad esempio per dimensionamento errato o climi rigidi), la spesa in bolletta potrebbe avvicinarsi a quella del gas. È importante quindi valutare bene la convenienza in base alle proprie tariffe e magari sfruttare soluzioni come impianti fotovoltaici per massimizzare il risparmio. In generale, il costo pompa di calore in bolletta resta inferiore per kWh termico prodotto rispetto al gas, ma va tenuto d’occhio.

In sintesi, gli svantaggi della pompa di calore per riscaldare casa riguardano principalmente costi e requisiti iniziali (budget, spazio, adeguamenti tecnici) e rendimento variabile a seconda delle condizioni (clima, isolamento, tipo di impianto). Con una buona progettazione molti di questi ostacoli si possono superare, ma è importante esserne consapevoli. Vediamo ora un confronto diretto con le caldaie a condensazione, per capire pro e contro di ciascuna tecnologia.

Pompa di calore vs caldaia a condensazione: confronto

Vediamo ora un confronto tra la pompa di calore e la caldaia a gas (tipicamente caldaia a condensazione) sui principali aspetti, per evidenziare differenze, vantaggi e svantaggi delle due soluzioni di riscaldamento. Di seguito una tabella comparativa riassuntiva e, a seguire, ulteriori considerazioni:

CaratteristicaPompa di caloreCaldaia a condensazione (gas)Sistema ibrido (Pompa + Caldaia)
Fonte energeticaElettricità + energia aerotermica/geo (rinnovabile)Gas metano/GPL (combustione di combustibili fossili)Combina elettricità e gas in modo alternato/compl.
Efficienza di conversioneCOP 3–4 (300–400%): rende 3-4 kW di calore per ogni kW elettrico​. Alta efficienza stagionale.90–105% del potere calorifico del gas (grazie alla condensazione). Efficienza buona ma inferiore alla PdC.Molto elevata: utilizza sempre il generatore più efficiente in base alle condizioni.​
Resa in clima rigidoDiminuisce col freddo intenso (sotto -5°C COP cala; modelli aria-acqua/geo resistono fino a -15/-20°C)​. Possibile bisogno di integrazione.Invariata finché c’è gas: la potenza termica non cala con la temperatura esterna (ma il rendimento può leggermente diminuire per minore condensazione).Ottimale: la caldaia supplisce quando fa troppo freddo per la PdC​. Garantisce comfort in ogni clima.
Emissioni localiZero emissioni dirette in casa (niente fumi né CO₂ in loco). Emissioni indirette dipendenti da mix elettrico.Emissioni di CO₂ e NOx dallo scarico fumi. Necessaria canna fumaria.Ridotte: in media meno gas bruciato rispetto a caldaia pura, quindi meno emissioni totali.
Costi di esercizioBassi se COP elevato e tariffa elettrica competitiva. Può far risparmiare fino al 30-50% sui costi annui rispetto al gas​.Legati al prezzo del gas. Le caldaie moderne sono efficienti, ma ai prezzi attuali del gas il costo per kWh termico è spesso più alto (salvo case molto efficienti).Ottimizzati: il sistema sceglie la fonte più economica (gas vs elettricità) in ogni momento​, minimizzando la spesa.
Costi di installazioneElevati: 5.000–10.000 € tipici (dipende da tipo, potenza, impianto). Può richiedere lavori aggiuntivi (puffer, unità interna, ecc.).Inferiori: 2.000–4.000 € per caldaia+installazione standard. Impianto spesso già esistente (sostituzione semplice).Alti: si sommano caldaia e PdC, spesso in kit integrato (6.000–12.000 €). Tuttavia non richiede rifacimenti dell’impianto di emissione.
Integrazione raffrescamentoSì, molte sono reversibili e forniscono aria fresca d’estate (con fan-coil o impianto adeguato).No, la caldaia serve solo riscaldamento/ACS; per il raffrescamento serve un condizionatore separato.Sì, la parte PdC del sistema ibrido può climatizzare in estate se predisposta.
ManutenzioneMinima: controlli periodici consigliati su circuito frigo e filtri, ma niente analisi fumi. Vita utile 15-20 anni.Necessita manutenzione annuale obbligatoria (analisi combustione, pulizia) e verifiche di sicurezza. Vita utile 15 anni.Manutenzione di entrambi i generatori, ma utilizzo meno intensivo di ciascuno può prolungarne la vita.
Adattabilità impiantoRichiede impianti a bassa temperatura per massima efficienza (pavimento radiante, termoarredi maggiorati). Con termosifoni tradizionali può servire sovradimensionare o usare modelli speciali.Compatibile con impianti esistenti ad alta temperatura (termosifoni classici) senza modifiche.Pensato per collegarsi a impianti esistenti (termosifoni o pavimento) senza grandi modifiche: la caldaia interviene se i radiatori richiedono T alta.​
Spazio e installazioneUnità esterna voluminosa + unità interna con serbatoio. Richiede spazio e posizionamento esterno adeguato.​Caldaia murale compatta installabile in interno o esterno, ingombro ridotto.Necessita sia unità PdC esterna che caldaia interna, quindi ingombri complessivi maggiori di una singola caldaia.
Disponibilità fonte energeticaDipende dall’elettricità: funzionamento garantito se c’è fornitura elettrica sufficiente. Utile abbinamento con fotovoltaico.Dipende dal gas: necessita allacciamento alla rete metano o rifornimento di GPL.Doppia: garantisce flessibilità, avendo due fonti (in caso di blackout elettrico può funzionare a gas se la caldaia ha alimentazione, e viceversa).

In sintesi: la pompa di calore vince per efficienza, ecologia e versatilità, ma richiede un investimento maggiore e rende al meglio in case ben coibentate e con impianti adeguati. La caldaia a condensazione ha dalla sua un costo iniziale basso, la compatibilità con impianti esistenti e affidabilità nei climi freddi, ma utilizza combustibili fossili ed è meno efficiente a livello di sistema.

Il sistema ibrido si pone come soluzione intermedia: consente di migliorare efficienza e sostenibilità senza rinunciare alla sicurezza della caldaia nei momenti critici. Vediamo meglio proprio cosa sono i sistemi ibridi per riscaldamento e come funzionano.

Sistemi ibridi: combinare pompa di calore e caldaia a gas

Un sistema di riscaldamento ibrido è costituito da due generatori di calore alimentati da fonti diverse – tipicamente una caldaia a condensazione a gas (metano o GPL) e una pompa di calore elettrica aria-aria o aria-acqua – integrati in un unico impianto​. L’idea è di sfruttare il meglio di entrambe le tecnologie: la pompa di calore copre la base del riscaldamento in modo efficiente usando energia rinnovabile, mentre la caldaia interviene solo quando necessario (ad esempio con clima molto freddo o per alti carichi istantanei), assicurando sempre il comfort. Il tutto è gestito in maniera intelligente da un sistema di controllo.

Come funziona un riscaldamento ibrido? In condizioni normali (clima mite o fresco), la pompa di calore è il generatore principale e provvede al riscaldamento e all’acqua calda sanitaria​. Se la temperatura esterna scende sotto una certa soglia di efficienza della PdC, il sistema fa partire anche o solo la caldaia per garantire il calore richiesto​. La soglia è spesso impostata intorno a 2-5 °C esterni, ma può variare. Con le moderne pompe di calore anche a temperature sensibilmente più basse risulta più conveniente ed efficiente utilizzare la pompa di calore per scaldare casa.

In ogni caso, il funzionamento tipico di un sistema ibrido è questo:

  • Temperature miti: funziona solo la pompa di calore, che da sola copre il fabbisogno.
  • Temperature molto basse: funziona solo la caldaia, perché la PdC sarebbe inefficace o poco economica in quelle condizioni.
  • Temperature intermedie: funzionano entrambi i generatori insieme (modalità ibrida) oppure il sistema seleziona di volta in volta quale utilizzare, in base al rendimento e al costo dell’energia​.

Il cuore del sistema ibrido è infatti la centralina di controllo elettronica “intelligente” che valuta continuamente diversi parametri – temperatura esterna tramite una sonda, temperatura interna richiesta, costo corrente dell’elettricità e costo del gas​ – e decide quale generatore attivare per ottenere il comfort con il minor costo ed emissioni​. Si tratta di una vera ottimizzazione in tempo reale: la gestione smart sceglie ogni volta la fonte più conveniente tra gas ed elettricità​, massimizzando l’efficienza globale. Ad esempio, potrebbe privilegiare la pompa di calore finché fuori è sopra 5°C, passando alla caldaia sotto 0°C, oppure far

funzionare entrambe in parallelo a mezzo carico in una certa fascia se ciò comporta il minor consumo.

Schema semplificato di un sistema di riscaldamento ibrido con pompa di calore e caldaia integrata. L’unità esterna (a sinistra) è la pompa di calore aria-acqua; all’interno (destra) una caldaia a condensazione con funzioni di integrazione e un pannello di controllo intelligente. L’acqua di riscaldamento viene riscaldata dall’uno o dall’altro generatore in base alle condizioni.

Vantaggi dei sistemi ibridi

questa soluzione garantisce flessibilità e affidabilità. Si può collegare il sistema ibrido all’impianto di riscaldamento esistente sia esso a radiatori che a pavimento, senza dover rifare completamente l’impianto​. Non sono necessari grandi lavori di ristrutturazione: in genere si installano la nuova caldaia e la PdC collegandole in parallelo all’impianto esistente, con poche modifiche idrauliche in centrale termica. Il comfort è assicurato anche nelle condizioni più difficili, poiché la caldaia fa da “soccorso” quando la pompa di calore non ce la fa. Inoltre, nelle mezze stagioni si sfrutta al massimo l’energia rinnovabile, riducendo i consumi di gas. In termini di risparmio, i produttori dichiarano riduzioni notevoli della bolletta gas, grazie al fatto che il sistema sceglie sempre il vettore più economico per produrre calore​. C’è poi il plus che un impianto ibrido può fornire raffrescamento estivo se la pompa di calore è reversibile (la caldaia ovviamente rimane spenta d’estate).

Svantaggi

un impianto ibrido è più complesso e costoso rispetto a uno singolo. Ha due generatori anziché uno, quindi richiede un investimento superiore all’inizio (anche se in parte compensato dalle detrazioni, equiparate a quelle della sola PdC​). La manutenzione riguarda entrambi gli apparecchi, anche se usandoli a metà regime l’usura di ciascuno è minore. Dal punto di vista ecologico, quando funziona a gas emette comunque CO₂, quindi non è a emissioni zero; tuttavia, resta un grande passo avanti rispetto a usare sempre e solo una caldaia tradizionale.

Quando conviene installare una pompa di calore per riscaldare casa?

Abbiamo visto pro e contro: in quali casi ha senso passare a una pompa di calore per riscaldare casa? La risposta dipende da vari fattori, tra cui zona climatica, tipo di abitazione e impianto e obiettivi energetici. Non possiamo dare una risposta definitiva perché ogni casa è un caso a sé. Però vediamo alcune linee guida:

  • Zone climatiche miti o temperate: nelle regioni dal clima relativamente mite (ad esempio zone climatiche A, B, C e D in Italia, comprendenti il Sud, coste e buona parte del Centro) la pompa di calore offre il massimo beneficio. Qui le temperature invernali raramente scendono sottozero a lungo, quindi la macchina lavora sempre in condizioni favorevoli e può coprire l’intero fabbisogno termico senza problemi. In queste zone usare una pompa di calore per riscaldare casa conviene quasi sempre, soprattutto se la casa è ben isolata: si può azzerare la bolletta del gas e ridurre molto i costi complessivi di riscaldamento. Anche una pompa di calore aria-aria (i cosiddetti climatizzatori a inverter o i sistemi più evoluti di tipo VRF-VRV) sono efficaci, fornendo comfort e anche aria condizionata estiva con un unico sistema (con la pecca che non offrono acqua calda sanitaria).
  • Zone climatiche fredde: nelle zone più rigide (E e F, ad esempio nord Italia montano, zone appenniniche alte) la pompa di calore per riscaldare casa è ancora conveniente, anche se richiede una progettazione più accurata. Soluzioni ideali in questi casi sono le pompe di calore geotermiche o acqua-acqua, che non risentono del freddo esterno e garantiscono performance elevate anche con -10/-15°C fuori. Ma anche le più classiche pompe di calore aria-acqua, scegliendone una di alta qualitàche mantenga COP accettabili sottozero, risultano efficaci. Chiaramente in climi freddi la convenienza aumenta se la casa è ben isolata (riducendo la potenza richiesta e la quantità di calore da fornire). Oppure, in ultima istanza, si può adottare un sistema ibrido: assicura risparmio energetico (la PdC lavorerà per la maggior parte del periodo di riscaldamento, dove COP medio stagionale è buono) e sicurezza nelle punte di freddo con la caldaia.
  • Case ben isolate e case da riqualificare: l’efficacia delle pompe di calore per riscaldare casa aumenta in edifici ad alta efficienza energetica. Una nuova costruzione in classe A con isolamento termico eccellente, ventilazione meccanica e magari fotovoltaico sul tetto è praticamente fatta apposta per la pompa di calore: i carichi termici sono bassi, l’impianto radiante a bassa temperatura si sposa con la PdC, e la totale eliminazione del gas semplifica anche la gestione (niente allacci, contatori, fatture gas). Viceversa, in case molto vecchie e disperdenti, con infissi scarsi e muri non isolati, qualsiasi sistema faticherà: è consigliabile prima migliorare l’isolamento (superfici opache, serramenti) e poi installare la PdC. In queste situazioni, la pompa di calore può comunque essere inserita, ma bisognerà sovradimensionare l’impianto e si rischia di consumare molto. Quindi conviene soprattutto se abbinata a una riqualificazione energetica dell’edificio, spesso effettuata usufruendo di Ecobonus o Superbonus.
  • Impianto di riscaldamento esistente: il tipo di terminali influisce. Riscaldamento a pavimento? Allora è praticamente ideale: funzionando a 30-35°C, permette alla PdC di lavorare sempre con COP elevati. Fan-coil o ventilconvettori? Buona combinazione, perché possono funzionare a 45-50°C con buoni risultati e forniscono anche aria fresca d’estate con la PdC in modalità condizionatore. Termosifoni tradizionali? Come detto, fattibile ma valutando caso per caso: se i termosifoni sono abbondanti rispetto al fabbisogno (ad esempio erano sovradimensionati, o la casa è stata coibentata riducendo il carico termico), la PdC potrebbe riuscire comunque a scaldare l’ambiente anche a 50-55°C di mandata. Se invece l’impianto è proprio inadatto, o non si vuole intervenire su di esso, il sistema ibrido può essere la via di mezzo sensata.
  • Disponibilità di fotovoltaico: con un impianto fotovoltaico sul tetto, la pompa di calore per riscaldare casa diventa estremamente conveniente. Durante il giorno può funzionare in parte con energia solare autoprodotta, azzerando i costi in quelle ore. Magari abbinata a un sistema di accumulo, può coprire gran parte del fabbisogno con fonti rinnovabili on-site​. In un’ottica di autoconsumo, la pompa di calore è la miglior alleata del fotovoltaico: permette di utilizzare l’elettricità in eccesso d’estate per il raffrescamento e nelle mezze stagioni/inverno per il riscaldamento e l’acqua calda, massimizzando il ritorno economico dell’impianto solare.

Infine è importante sottolineare l’obiettivo decarbonizzazione e indipendenza dal gas: se la priorità è eliminare il gas per motivi ecologici o di sicurezza, allora la pompa di calore per riscaldare casa è praticamente la scelta obbligata. È l’unica tecnologia che consente di riscaldare senza combustibili fossili. In ottica di lungo periodo, liberarsi dalla dipendenza dal gas mette al riparo da oscillazioni dei prezzi e possibili future restrizioni. E che si stia andando in questa direzione è evidente dal fatto che dal 2025 non è più possibile detrarre le spese per acquisto e installazione di caldaie a gas.

Sistemi di termoregolazione evoluta e building automation

Termostato evoluto per gestire il riscaldamento della casa

Qualunque sia l’impianto di riscaldamento scelto un ruolo fondamentale è giocato dai sistemi di termoregolazione: ossia dai termostati (intelligenti o meno), sensori e controlli che gestiscono la climatizzazione in casa. Una regolazione efficiente può far risparmiare parecchio e aumentare comfort e facilità d’uso. E quando si installa un sistema a pompa di calore per riscaldare casa diventa ancora più importante abbinarlo a un buon sistema di termoregolazione.

Termostati tradizionali vs termostati “smart”

In passato la maggior parte degli impianti era controllata da un semplice termostato ambiente on/off: si impostava la temperatura desiderata e la caldaia (o altro generatore) si accendeva e spegneva per mantenerla. Oggi invece abbiamo a disposizione termostati intelligenti Wi-Fi, valvole termostatiche elettroniche per radiatori, centraline climatiche evolute e sistemi domotici integrati. Questi dispositivi permettono una gestione personalizzata e automatizzata degli impianti termici, secondo orari, zone e condizioni meteo, anche con controllo da remoto via app.

Un termostato intelligente tipicamente offre funzionalità come: programmazione giornaliera/settimanale, controllo remoto tramite smartphone, autoapprendimento delle abitudini, sensori di presenza, geolocalizzazione (per accendere il riscaldamento quando stai per rientrare a casa), e algoritmi per ottimizzare i consumi. Molti possono interfacciarsi con gli assistenti vocali (Alexa, Google) o integrarsi in sistemi di domotica più ampi. Ad esempio, grazie al Wi-Fi, è possibile accendere, spegnere e regolare la temperatura del riscaldamento da ovunque tramite un’app sul telefono, oppure verificare i consumi e ricevere consigli per risparmiare.

Regolazione climatica e multizona

Tra i sistemi di termoregolazione evoluti rientra la centralina climatica, spesso fornita di serie con le pompe di calore (e utilizzabile anche con caldaie). Questo dispositivo regola la temperatura di mandata dell’impianto in funzione della temperatura esterna: in pratica, quando fuori fa più freddo alza la temperatura dell’acqua nei termosifoni o nei pannelli radianti, quando fa più caldo la abbassa, in modo da fornire solo il calore necessario. Ciò mantiene più costante la temperatura interna ed evita sprechi, aumentando l’efficienza (esempio: se fuori è 10°C invece di 0°C, non serve mandare l’acqua a 60°C, bastano magari 45°C). L’ENEA consiglia vivamente di installare sistemi di termoregolazione climatica per adattare automaticamente l’impianto alle condizioni esterne​, ottenendo un comfort migliore e riducendo i consumi.

Inoltre, è possibile suddividere l’abitazione in zone termiche con controllo separato: ad esempio zona giorno e zona notte, oppure ogni stanza con il suo termostato o valvole termostatiche smart. I sistemi di building automation permettono di programmare temperature diverse per ogni ambiente e fascia oraria (es. 20°C in soggiorno la sera, 18°C in camere da letto, meno nelle stanze non utilizzate), massimizzando il risparmio senza rinunciare al comfort dove serve. La domotica rende tutto questo facile da gestire da un pannello unico o un’app.

Bonus Domotica (building automation) e funzioni richieste

Installare dispositivi di termoregolazione evoluta e building automation beneficia anche di incentivi fiscali: il cosiddetto Bonus Domotica, parte dell’Ecobonus, offre detrazione 50% per chi dota la propria casa di sistemi di controllo smart del riscaldamento. Per ottenere l’incentivo, i dispositivi devono avere alcune caratteristiche specifiche definite dall’Agenzia delle Entrate: ad esempio, devono mostrare i consumi energetici su base periodica, indicare le condizioni di funzionamento e temperatura di regolazione, e consentire il controllo da remoto programmabile settimanalmente​. In pratica, rientrano nell’agevolazione i termostati smart e sistemi connessi che aumentano la consapevolezza sui consumi e l’efficienza d’uso dell’impianto. Non sono invece agevolati i costi di telefoni, tablet o computer eventualmente usati per controllare gli impianti​, ma solo i dispositivi stessi e la loro installazione.

Per fare un esempio, un termostato intelligente Wi-Fi che permette di regolare il riscaldamento via app, con feedback dei consumi e programmazione avanzata, soddisfa questi requisiti e gode della detrazione 50%. Lo stesso vale per valvole termostatiche intelligenti collegate in rete e per kit completi di controllo domotico certificati. Integrare quindi la pompa di calore (o la caldaia) con tali sistemi di automation conviene non solo per risparmiare energia, ma anche economicamente grazie ai bonus.

Detrazioni e incentivi per pompe di calore (Ecobonus, Conto Termico, ecc.)

Uno dei grandi stimoli all’adozione della pompa di calore per riscaldare casa è la presenza di detrazioni fiscali e incentivi statali che riducono drasticamente il costo effettivo a carico del cittadino. Ecco una panoramica delle agevolazioni disponibili attualmente per chi installa una pompa di calore o un sistema ibrido a casa:

  • Ecobonus 50% – È la detrazione fiscale per interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Sostituire un vecchio impianto con una pompa di calore per riscaldare casa ad alta efficienza rientra tra gli interventi agevolati: si può detrarre il 50% della spesa sostenuta (36% per seconde case e immobili strumentali) dalle tasse, ripartito in 10 anni​. Ad esempio, su 10.000 € di costi, 6.500 € tornano indietro come sconto IRPEF (650 € all’anno per 10 anni). L’Ecobonus richiede che l’intervento sia su un edificio esistente (accatastato e con impianto di riscaldamento preesistente) e che la pompa di calore soddisfi requisiti di prestazione (COP minimo, ecc.). Bisogna inoltre inviare pratica e documentazione all’ENEA post-intervento.
  • Bonus Casa 50% (ristrutturazione edilizia) – In alternativa all’Ecobonus, se l’intervento rientra in una manutenzione straordinaria o ristrutturazione, l’acquisto di una pompa di calore per riscaldare casa può rientrare nel bonus ristrutturazioni con la detrazione 50% (36% per seconde case). La detrazione 50% va in 10 anni, con massimale 96.000 € per unità immobiliare considerando tutti gli interventi di ristrutturazione.
  • Conto Termico (CT 2.0) – È un incentivo gestito dal GSE (Gestore Servizi Energetici) che eroga un contributo a fondo perduto per interventi di efficienza energetica. Sostituendo una vecchia caldaia a gas, GPL o biomassa con una pompa di calore, si può ottenere un rimborso diretto dal GSE che copre indicativamente dal 40% fino al 65% della spesa, a seconda della zona climatica, della potenza dell’impianto e delle prestazioni​. Il contributo massimo è stabilito da tabelle del GSE; per le pompe di calore per riscaldare casa, spesso copre intorno al 40-50% della spesa in 2 anni (o in unica soluzione se l’importo è basso). Il vantaggio del Conto Termico è che l’accredito avviene in tempi brevi sul conto corrente (entro 2-3 mesi dall’accettazione della pratica), senza attendere 10 anni come per la detrazione. Tuttavia c’è un limite di incentivazione (max 700€ per kW termico circa per pompe aria-acqua) e procedure specifiche tramite portaltermico GSE. Ecobonus e Conto Termico non sono cumulabili: occorre scegliere l’uno o l’altro.

Conclusioni

Pompa di calore per riscaldare casa

La pompa di calore per riscaldare casa rappresenta oggi una soluzione tecnologica matura, efficiente e green, perfettamente in linea con la transizione ecologica nel settore domestico. Abbiamo esaminato vari aspetti di questa tecnologi, fino sistemi ibridi per il riscaldamento e ai sistemi di termoregolazione e building automation. Orientarsi non è semplice: l’importante è valutare il contesto specifico della propria abitazione (clima, isolamento, impianti esistenti) e gli obiettivi personali (risparmio economico, comfort estivo/invernale, sostenibilità). Oltre a rivolgersi a tecnici qualificati.

In generale, in una casa moderna ben coibentata con riscaldamento a pavimento, la pompa di calore è quasi sempre la scelta migliore. In una casa d’epoca in montagna con vecchi radiatori, magari sarà opportuno un sistema ibrido o quantomeno una verifica approfondita prima di decidere. Ma le tendenze sono chiare: grazie anche a incentivi come Ecobonus e Conto Termico, la pompa di calore per riscaldare casa si sta diffondendo, riducendo bollette e impatto ambientale.

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