Dove c’era il fieno: trasformare un edificio agricolo in casa

di Giorgia Bollati

Dove c’era il fieno: trasformare un edificio agricolo in casa

Sono molte le strutture a uso agricolo che sono state dismesse, abbandonate e lasciate cadere in rovina. Spesso questi edifici hanno un grande potenziale.

Immersi in paesaggi rurali, gli edifici agricoli possono trasformarsi in case per le vacanze o in residenze.

Queste abitazioni sono caratterizzate da un fascino antico e attrezzate con ogni comfort. Individuato l’immobile, inizia un percorso da affrontare con consapevolezza e con l’aiuto di consulenti ed esperti.
Valutazioni iniziali e pratiche comunali.

Uno dei punti di partenza per attuare un intervento è valutare la consistenza del volume a disposizione. Bisogna anche calcolare la potenzialità e il valore della struttura: è necessario capire se questa vale un investimento economico e di risorse.

Dario Castellino, architetto

Ce lo spiega l’architetto Dario Castellino, autore della terza soluzione presentata in questo servizio.

Occorre verificare le condizioni del tetto della struttura esistente, la solidità della costruzione, controllare la muratura, le pietre e i mattoni. Considerare i livelli di umidità che caratterizzano il terreno e assicurarsi che non ne siano stati intaccati i muri.

Dunque, se si decide di procedere, il progettista si fa carico di verificare che il piano regolatore consenta il passaggio di destinazione d’uso a edificio residenziale, con specifica di tutti i dettagli dell’intervento strutturale. Quando questo non è consentito, occorre presentare in Comune la richiesta di modifica del piano regolatore per poi superare il vaglio della commissione paesaggistica.

La struttura di un fienile

Una casa ricavata da un vecchio fienile guadagna in fascino se conserva le tracce della funzione passata.

Bisogna mantenere il più possibile la forma e lasciar cogliere il volume nel suo insieme, non chiudere con murature le grandi aperture, ma usare vetrate posizionate su livelli diversi. Non bisogna, però, esagerare con le finestre, poiché il risultato migliore si ottiene quando si conserva l’ombrosità naturale di questo tipo di edificio. La cosa migliore da fare è rispettare il disegno originale.

Dario Castellino, architetto

Pratica condivisa da Carmen Pasini, architetto autore dell’edificio qui scelto come seconda soluzione.

Isolamento

Per realizzare una struttura efficiente, occorre puntare sull’isolamento. Gli isolanti naturali come il sughero, la fibra di legno, la lana di pecora o la calce canapa si integrano al meglio con un edificio di questo genere. Dove, invece, la casa ha una buona esposizione, si può creare un sistema di vetrate con elementi bassoemissivi con doppia o tripla camera d’aria che isolano lo spazio e, insieme, consentono la penetrazione di raggi e calore all’interno, come si può vedere nella seconda soluzione qui presentata.
Struttura interna. In caso di ambienti molto alti, una scelta funzionale a livello di dispendio energetico e di sfruttamento dello spazio è la realizzazione di soppalchi interni. Occorre attenersi alla normativa comunale che prescrive un minimo di 2,7 metri di altezza o, nel caso di piani che non coprono tutta la pianta dell’edificio, verificare le diverse misure previste da ogni comune. Si può scegliere di utilizzare strutture in legno o optare per profili in ferro.

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